«Dai Grigioni al Ticino con i cavalli nel cuore»

Nata il 15 luglio 2001 a Coira, sei anni fa Sira Accola ha scelto di trasferirsi in Ticino. Da quest’anno fa parte della nazionale rossocrociata U25.
Sira, descriviti brevemente.
«Sono nata e cresciuta a Coira. Dopo la maturità liceale ho deciso di dedicare più tempo all’equitazione, che pratico sin da bambina. Dopo il trasferimeno in Ticino ho intrapreso la formazione di soccorritrice e ora sono all’ultimo anno. Un percorso, questo, che mi sta permettendo di trasformare il desiderio di aiutare gli altri in una professione dinamica e gratificante. Ho un fratello, Aris, che sta con i miei genitori Martin e Daniela a Coira».
Com’è nata la passione per i cavalli e il salto ostacoli?
«È nata quando avevo solo 5 anni. Ho iniziato a montare in una scuderia vicino a casa, a Felsberg. Con il tempo ho scoperto il mio amore per i cavalli, trasmesso da mia mamma, che da giovane li possedeva. Avendo una casa di vacanza in Ticino, ho poi avuto la fortuna di frequentare una scuderia a soli 5 minuti da lì. È proprio nella scuderia di Linda Crotta a Muzzano che, nel 2012, ho iniziato a dedicarmi in modo più serio all’equitazione, scoprendo il piacere del salto. Da quel momento, cavalli e ostacoli sono diventati una parte fondamentale della mia vita».
Qual è stato il tuo primo cavallo?
«Si chiama Quote, un Westfalen del 2001, proprio come me. È stato un compagno incredibile che mi ha accompagnata nei primi passi della carriera. Con lui ho fatto tutto, dai primi allenamenti, al brevetto, fino a ottenere la licenza di salto R. È figlio di Quincy X Parodie (Pilot) e, fino al 2017, è stato il mio partner nelle competizioni. Dopo il 2017, è diventato il cavallo di mio papà ed insieme hanno partecipato a un concorso a Cervia l’anno scorso. Quest’estate, Quote è andato in pensione e ora si trova in Francia, dove vive insieme ad un’altra delle mie cavalle, godendosi il suo tempo in un ampio pascolo. È sempre stato un cavallo speciale, con un carattere forte e una grande intelligenza, che mi ha insegnato tanto e con cui ho vissuto esperienze uniche».
Quanto tempo dedichi agli allenamenti?
«Prima di iniziare la formazione di soccorritrice, vi dedicavo circa 6 ore al giorno, 6 giorni a settimana. Ora, durante i periodi di stage, dedico le mie intere giornate libere ai cavalli e al loro allenamento, mentre nei giorni in cui sono di turno non vado in scuderia. Durante i periodi di scuola, la mattina presto, prima di andare a lezione, monto uno o due cavalli al giorno e nelle giornate libere dedico tutto il mio tempo a loro. È una routine che richiede dedizione e impegno, ma la passione mi spinge a dare il massimo».
Qual è stato il tuo percorso nelle nazionali giovanili?
«È iniziato nel 2019, quando sono entrata nella squadra juniores. Un anno emozionante (è stata campionessa svizzera di categoria, ndr.), che ha segnato il mio debutto a questo livello. Nel 2020 sono passata alla categoria Young Riders (U21), dove sono rimasta fino al 2023. Durante questi anni, ho avuto l’opportunità di partecipare alla Coppa delle Nazioni, al campionato europeo e ai campionati svizzeri, esperienze che mi hanno permesso di crescere come atleta e come persona. Successivamente, ho fatto parte della squadra degli Espoirs, importante passo avanti verso l’élite. Ora sono nella squadra U25 (élite), un traguardo che segna un nuovo capitolo e che mi dà una grande motivazione per continuare a migliorare e a puntare sempre più in alto».
Quali sono state le tue maggiori soddisfazioni sportive?
«Il titolo svizzero juniores e la partecipazione agli Europei giovanili nello stesso anno, un’esperienza indimenticabile che mi ha permesso di confrontarmi con i migliori cavalieri della mia categoria a livello continentale. Un altro traguardo importante è stato il terzo posto nella finale della Coppa delle Nazioni con la squadra Young Rider. Infine, il secondo posto nel GP di Arezzo dello scorso anno è stato un altro momento di grande soddisfazione e un importante passo avanti nella mia crescita. Ognuno di questi risultati rappresenta per me non solo una grande gioia, ma anche la conferma che il lavoro duro, la dedizione e la costanza portano ai risultati sperati».
Quali sono i tuoi obiettivi?
«Vorrei diventare competitiva nelle gare 4* e in alcune 5*, gareggiando con la squadra e partecipando alla Coppa delle Nazioni, un’esperienza unica e motivante. Un altro traguardo è qualificarmi e ottenere buoni risultati ai campionati svizzeri, continuando al tempo stesso a lavorare sulla mia tecnica e a perfezionare il mio stile. Voglio continuare a migliorare le mie prestazioni e consolidare il mio posto in squadra, mantenendo la passione e la dedizione che mi hanno portata fino a qui».
Perché, secondo te, ci sono così pochi cavalieri ticinesi nel panorama dell’élite svizzera?
«Credo che sia una questione legata principalmente alla geografia. Per noi che viviamo in Ticino, è spesso più comodo e pratico andare a gareggiare in Italia».
Sei ispirata da qualcuno a livello sportivo?
«Non da una persona in particolare, direi piuttosto dai top 10 al mondo. Ogni cavaliere ha una storia, uno stile e degli approcci unici, e trovo affascinante osservare le loro diverse qualità. Mi piace ‘‘rubare il mestiere’’ da ognuno di loro, prendendo spunti e adattandoli al mio modo di montare e competere. Penso che sia da ispirazione e mi aiuti a crescere e a trovare il mio stile».
Quali sono i tuoi cavalli attuali?
«Ne ho sei in competizione, ognuno con caratteristiche e qualità uniche. Koriano van Klapsheut ha 14 anni, è con me dal 2022 ed è il mio cavallo di punta. Ha un carattere dolce e giocoso, ma in gara si trasforma, dando sempre il massimo. Ha un enorme potenziale e tanto sangue, l’ideale per i percorsi più complessi. Meibloem vd Donkhoeve ha 12 anni, è con me dal 2023 ed è una cavalla dal cuore immenso. Poi c’è Bref des Roquelines, 13 anni, con me dal 2020. La sua personalità allegra rende il lavoro sempre piacevole. Caipirinha ha 11 anni: è arrivato nella mia scuderia nel 2024 e ha un carattere forte. Neymar, 6 anni, è il più giovane del gruppo. Be Magic Cornet invece ha 8 anni e tanto potenziale».
Dove ti alleni ora?
«Nel 2020, proprio all’inizio della pandemia da COVID-19, sono tornata in Svizzera (si trovava in Italia con Valerio Sozzi, ndr.), per una nuova tappa del mio percorso sportivo. Da allora, i miei cavalli sono ospitati nella scuderia di Carlo Pfyffer a Taverne, ed è lui che negli ultimi anni mi segue come istruttore. Grazie al suo supporto, ho avuto l’opportunità di affinare la mia tecnica e di crescere. Carlo è una figura di riferimento per me, non solo per la sua esperienza con i cavalli, ma anche per la dedizione e la passione che trasmette. Il suo approccio mi permette di affrontare con maggiore consapevolezza le sfide del salto ostacoli, sia a livello tecnico, sia a livello mentale».