Canottaggio

«Dai Mondiali di Tokyo ho imparato moltissimo»

Luis Schulte, che nel fine settimana sarà impegnato a Zugo e Mulhouse, illustra gli obiettivi della nuova stagione
Luis Schulte, promettente juniores della Canottieri Ceresio.
Americo Bottani
21.01.2020 19:46

Due eventi nel fine settimana: sabato i Nazionali indoors nella Sporthalle di Zugo, domenica il secondo test sulla lunga distanza, promosso dalla Federremo elvetica. Tra i partecipanti Luis Schulte, della Canottieri Ceresio, che è al terzo anno di liceo scientifico a Lugano. Lo abbiamo intervistato.

Puoi raccontarci come sei arrivato al canottaggio?
«È stato in occasione della giornata sportiva al termine della prima media. Ho provato è mi è subito piaciuto moltissimo».

Quali sono i tuoi ricordi della tua partecipazione ai campionati del mondo 2019 di Tokyo?
«È stata un’esperienza molto bella, anche se un certo senso di amarezza rimane per il risultato. A dire la verità, ci aspettavamo qualcosa in più del 12. posto, soprattutto dopo il 5. posto agli Europei. Conoscere atleti da tutto il mondo e potersi misurarsi con i migliori è stato interessante. Il clima al campo gara era unico, completamente diverso dalle gare nazionali. In acqua eravamo avversari, ma appena fuori tutti erano gentili e amichevoli. Inoltre ho avuto l’opportunità di conoscere un Paese ed una cultura diversi dalla nostra. Tutto sommato ho imparato moltissimo sia in ambito sportivo che personale».

Uno sportivo del tuo livello deve allenarsi in modo intensivo. È difficile conciliare gli impegni scolastici con quelli sportivi?
«Non ho problemi in quest’ambito. Il liceo mi permette di assentarmi per gli appuntamenti della Nazionale. E, per mia fortuna, mi organizzo bene e con lo studio non ho grosse difficoltà».

Dallo scorso mese di settembre l’ex nazionale azzurro Livio La Padula è il tuo nuovo allenatore. Quali le sue caratteristiche?
«Livio ci segue da ormai 5 mesi. I suoi allenamenti sono strutturati in modo differente, ma i temi trattati per quanto attiene la tecnica di vogata sono gli stessi che trattava il suo predecessore (ndr: Romualdas Kurganas). La differenza più significativa l’ho riscontrata nell’attenzione rivolta al benessere psicologico degli atleti e nella prevenzione di infortuni. In generale gli allenamenti di Livio sono difficili ma molto belli».

Come sta andando la tua preparazione in vista della nuova stagione?
«Al momento piuttosto bene. Ci sono chiaramente delle cose che potrebbero – anzi dovrebbero – andare meglio. In generale sono contento. Insomma, ritengo di essere in una fase positiva».

Come giudichi i primi test sulla lunga distanza di Mulhouse e quelli indoor a Lugano?
«I primi test sono andati piuttosto bene. Non attribuirei comunque troppa importanza a questi risultati. Il test che più conta è un altro: sono i trial di Corgeno».

A tuo giudizio la Federazione svizzera sta facendo abbastanza per sostenere il movimento remiero giovanile? Non fosse il caso, quali sono secondo te i punti da migliorare?
«Secondo me la Federazione non fa abbastanza. Soprattutto dal punto di vista economico. Bisogna pagare parecchio per gareggiare per la Nazionale. Per esempio, l’anno scorso la fattura arrivata alla «Ceresio» per la mia stagione con la rappresentativa elvetica è stata di 7.600 franchi. È un serio impegno finanziario. Forse si dovrebbe fare uno sforzo e venire incontro maggiormente ai giovani atleti. Bisognerebbe soprattutto trovare il modo di ammorbidire certe cifre».

Quali le tue aspettative per la nuova stagione, che debutterà a Lauerz a fine aprile?
«Il mio obiettivo è quello di vincere il campionato svizzero in singolo. E, magari, sarebbe bello anche poter conquistare una medaglia (possibilmente d’oro) in doppio misto».

E cosa puoi dirci degli Swiss Indoors di Zugo?
«I campionati indoor non sono mai stati il mio forte. Nonostante questo vorrei comunque poter salire sul podio».

In Nazionale eri inserito nel quattro di coppia. È pensabile vederti al via nello skiff?
«Non credo. Le possibilità di far medaglie sono maggiori nelle barche di squadra. La Nazionale porta un singolista solo in casi eccezionali. Penso che gareggerò in doppio o col quattro di coppia».