Calcio

Dalla notte di Istanbul ai giochi di prestigio di Yakin: ecco gli Oscar del CdT

Abbiamo voluto assegnare le statuette ai protagonisti del 2023 – Naturalmente senza volerci prendere troppo sul serio
L'indimenticabile notte di Istanbul. © Keystone/Alessandro Crinari
Massimo Solari
29.12.2023 22:30

Ci eravamo lasciati al tramonto del 2022, con l’Argentina campione del mondo. E Lionel Messi ad arraffare ogni, possibile riconoscimento, ipotecando pure l’ottavo Pallone d’oro. L’anno che sta per chiudersi ha regalato altre emozioni, nuovi personaggi, oltre alle immancabili polemiche. Celebriamolo, senza prenderci troppo sul serio, con gli Oscar del CdT.

Miglior film: Besiktas-Lugano

Una pellicola travolgente. Per la partita dell’anno, quantomeno in chiave bianconera. Più che una rimonta spettacolare, a Istanbul va in scena un sogno. Il Lugano di Mattia Croci-Torti riscrive la storia del club, ribaltando il Besiktas nell’ultimo quarto d’ora di gara e cambiando - seppur per poche partite - il senso dell’avventura in Conference League. Il guizzo finale di Grgic riporta alla mente la punizione di Carrasco a San Siro contro l’Inter, mentre il Crus veste i panni del mago, azzeccando tutte le mosse. È una notte indimenticabile a due passi dal Bosforo, e forti, fortissime, sono le emozioni provate dai protagonisti in campo e dagli spettatori seduti nelle prime file. Film di riferimento: La grande bellezza

Miglior film straniero: il modello «scozzese»

Il giudizio favorevole sul nuovo formato della Super League è chiaramente viziato. Perché a determinarne l’effettiva bontà sarà solo la seconda parte della stagione. Sin qui, ad ogni modo, l’ampliamento a dodici squadre e l’avvento della fatidica «riga» non si è tradotto in uno scadimento del prodotto. Il pubblico, negli stadi del massimo campionato svizzero, rimane importante. Così come agguerrita è la corsa ai primi sei posti. Certo, lo Young Boys è sempre primo, ma a differenza di altri anni il titolo non è già fra le mani dei gialloneri. Insomma, il divertimento sembra assicurato. No, non come se ci fossero stati i playoff, sedotti e poi indecentemente abbandonati dalla maggioranza dei club di SFL. La sottile linea rossa

Miglior attore: Xhaka

Miglior attore per la capacità di interpretare più ruoli e vestire, con talento e arguzia, molteplici maschere. Motore indiscusso del Leverkusen delle meraviglie, giocatore con più apparizioni nella storia della Nazionale svizzera, e però - sempre in rossocrociato - sia condottiero discontinuo, sia agitatore. E il ct Murat Yakin, attaccato pubblicamente per la qualità dei suoi allenamenti, ne sa qualcosa. Joker

Miglior attore non protagonista: Amoura

In Belgio è una star. I suoi 13 gol stanno spingendo l’Union Saint-Gilloise verso il titolo; a subire la sua legge in Europa League è invece stato il Liverpool. Non solo: l’imminente Coppa d’Africa con l’Algeria potrebbe tradursi in un biglietto da visita ancor più accattivante. Per questi motivi, Mohamed Amoura costituisce dunque un grande rimpianto in casa bianconera. Per quello che poteva essere e che 4-5 milioni di euro nelle casse della società non sono riusciti e probabilmente non riusciranno a compensare. Prova a prendermi

Miglior sceneggiatura: tifosi FC Zurigo

Trasformare una mezza figuraccia in un piccolo capolavoro. I tifosi dello Zurigo ci sono riusciti nel giro di due settimane, con la giusta dose di autoironia e una notevole creatività. La coreografia clamorosamente sbagliata a Cornaredo, d’altronde, aveva fatto il giro dei social. «Cone om» invece di «Come on». Ahia. La gara casalinga contro lo Young Boys, dunque, è stata l’occasione per rimediare in grande stile. E, va da sé, aggiustare l’ordine delle lettere sbagliate. Ricomincio da capo

Miglior regia: la Superlega

Da cortometraggio preso di mira dalla critica a battaglia legale tutto fuorché velleitaria. Il recente verdetto della Corte di giustizia europea è lì a dimostrarlo. La Superlega ha un suo perché, e non solo sul piano giuridico. L’UEFA trema, cercando di aggrapparsi a comunicati stampa e formalismi. La FIFA, invece, sotto sotto sghignazza. No, le competizioni calcistiche in Europa non cambieranno domani. Un varco verso l’ignoto - intrigante o pericoloso, a seconda dei punti di vista e degli interessi - è però stato aperto. Kramer contro Kramer

Effetti speciali: Saudi Pro League

«Pum. Pum. Pum». Come una raffica di fuochi d’artificio, i colpi di mercato dei sauditi hanno acceso l’estate. Benzema, Neymar, Kanté, Brozovic... Sono numerosi i big che hanno seguito l’esempio di Cristiano Ronaldo. Impossibile, o quasi, resistere alle vagonate di milioni messi sul piatto dai club affiliati al Regno e al suo pozzo senza fondo: il PIF. Eppure, dopo il clamore iniziale e tolti i riflettori per le principali squadre, la Saudi Pro League ha fatto registrare affluenze negli stadi anche imbarazzanti (144 i presenti per Al-Riyadh-Al-Khaleej dello scorso 16 dicembre). Oltre che indici di ascolto mediocri sulle emittenti fiondatesi sui diritti tv del torneo arabo. Poco male: il potere di convincimento dei petrodollari resta superiore. Basti pensare alla FIFA e all’attribuzione dei Mondiali del 2034, guarda caso, proprio all’Arabia Saudita. Attrazione fatale

Miglior trucco: Yakin

Alla fine ha avuto ragione lui. Per essere confermato alla guida della Nazionale svizzera, Murat Yakin deve quindi aver sfoderato un paio di giochi di prestigio mica da ridere. I vertici dell’ASF, comunque, hanno applaudito. E forse abboccato. Sta di fatto che i deludenti e in parte preoccupanti risultati ottenuti dai rossocrociati nel 2023 sono finiti in secondo piano, schiacciati dal peso dell’ennesima qualificazione a un grande torneo: Euro 2024. Dopo essere già stata ridimensionata in Qatar, la consistenza e la credibilità del commissario tecnico verranno però misurate definitivamente in Germania. Sopravvissuto - The Martian

Oscar alla carriera: Sabbatini

Non ce ne voglia il capitano bianconero, a cui auguriamo di disputare almeno un’altra stagione a Cornaredo. Il record di presenze con l’FC Lugano, tuttavia, meritava di essere sublimato con una sorta di premio definitivo. Sabbatini, d’altronde, se lo merita. Come meriterebbe il rinnovo alla luce di un altro campionato - il dodicesimo con la stessa maglia - vissuto agli avamposti. C’è ancora domani

Miglior cortometraggio: Chieffo

«I Bentancur mi faranno lavorare». Sandro Chieffo si era presentato così, a poche ore dall’investitura sulla panchina dell’AC Bellinzona. Già, peccato che le buone intenzioni del giovane allenatore confederato abbiano avuto vita breve al Comunale. Otto partite per la precisione, senza successi in Challenge League e con le sole gioie nei primi due turni di Coppa. Le frizioni con alcuni leader dello spogliatoio e dei comportamenti discutibili - tra allenamenti troppo blandi, trasferte in solitaria e appartamento all’ombra dei castelli snobbato - hanno fatto naufragare il tutto. Ancora. Ghost

Miglior film d’animazione: Balotelli e il Sion

Christian Constantin l’ha difeso finché ha potuto. Poi, a fronte di prestazioni imbarazzanti, infortuni ricorrenti e una busta paga da 230.000 franchi al mese, anche il presidentissimo del Sion ha dovuto arrendersi all’evidenza. Riconsegnando più che volentieri l’oggetto indesiderato all’Adana Demirspor. In precedenza, suggerivamo, Super Mario non aveva lasciato segni tangibili, se non un misero gol nel girone di ritorno e la convinzione di essere al centro di un complotto ordito dalla Swiss Football League e dagli arbitri. Cattivissimo me

Miglior montaggio: dirigenza FC Lugano

L’avvicinamento al Natale, in casa Lugano, è stato a tratti surreale. Alcuni silenzi di troppo, alternati con frasi sibilline o decisioni controverse, hanno fatto in modo che montasse il «caso Croci-Torti». È solo questione di tempo prima che venga allontanato come il fidato prof Nicholas Townsend? ci si è chiesti. Sì, no, forse. Alla fine, solo alla fine, i vertici del club hanno totalmente sgonfiato speculazioni prive di fondamento. Anche se le parole pronunciate in sede di bilancio dal direttore sportivo Carlos Da Silva - apprezzabili, va sottolineato - meritano qualche riflessione: «Posso comprendere che un messaggio di sostegno in più all’allenatore da parte mia, nelle fasi più delicate, avrebbe potuto tranquillizzare l’ambiente». I soliti sospetti