Dirige Granit Xhaka, e Akanji svetta come Vieri

Si sporca guanti e maglietta solo nella ripresa. «Ma niente di serio», per dirla con Giacomino.

Rieccolo di nuovo, generoso e instancabile sull’out di destra. E il colpo con cui manda al tappeto il Kosovo al 39’ è il giusto premio all’abnegazione.

Affidabile ed essenziale lungo l’intero arco del match.

Il suo rendimento figurava fra le incognite dell’incontro. Beh, che risposta! Da un lato annulla Muriqi. Dall’altro mostra per primo la via della rete ai compagni, liberandosi e svettando nel cuore dell’area come il miglior Vieri nerazzurro.

Disputa solo 45’, ma senza concedere alcunché all’avversario.

Si carica subito la squadra sulle spalle con personalità, dettando i ritmi e dando del tu a un gioco verticale che fa malissimo al Kosovo. Emozioni e radici, a questo giro, non lo frenano.

Tanto lavoro sporco all’ombra del capitano. Non molto di più, invero. Vargas 4 Ha il merito di recapitare sulla testa di Akanji la sfera che sblocca il risultato. Per il resto pasticcia un po’ troppo.

Il consueto e rimarchevole dinamismo a servizio della manovra offensiva. E che bello, per misura e convinzione, l’assist che permette a Widmer di sollevare le mani al cielo.

Partecipa alla festa con due suggerimenti decisivi. E lo fa senza forzare.

Fondamentale, perché con il suo fisico marmoreo tiene in ambasce l’intera difesa ospite e - certo - per la pesantissima doppietta. Non male per uno che non aveva ancora disputato un minuto a livello di club. Anche per questo gli si perdonano un paio di inciampi.

Raccoglie il testimone di Rodriguez con qualche affanno in più.

Innesca un paio di ripartenze quando oramai tutto è in discesa.

Mezz’ora di gioco vissuta con il giusto piglio e alcune interessanti iniziative.

In questo momento della stagione non gli si chiedevano miracoli sul piano del gioco, ma una formazione determinata, affamata e all’altezza delle sue ambizioni. Missione compiuta. Il cammino verso il Mondiale inizia nel migliore dei modi. Senza tentennamenti.