Hockey

Domenichelli: «Fuori a testa alta, ma l’obiettivo era un altro»

L'analisi a caldo del ds bianconero: «Possiamo essere fieri per non aver mai mollato» – Vicky Mantegazza: «Orgogliosa del gruppo, ci è mancata l’esperienza»
© KEYSTONE / ANTHONY ANEX
Fernando Lavezzo
28.03.2024 23:35

«È stata una partita decisa da pochi dettagli, soprattutto nelle situazioni speciali. Eravamo vicini, ma non è stato abbastanza». Sono queste le prime parole di Hnat Domenichelli, direttore sportivo del Lugano, dopo l’eliminazione in gara-7 dei quarti. «Usciamo sicuramente a testa alta, ma l’obiettivo era un altro: passare il turno. Paghiamo anche le sconfitte rimediate nelle prime due gare, nelle quali purtroppo Schlegel non era ancora pronto per giocare. Ma diamo merito al Friburgo, che non è mai stato sotto nella serie. Abbiamo lottato, ci siamo creati l’opportunità di venire qui a giocarci la bella. Possiamo essere fieri per non aver mollato. Questa stagione ha rappresentato un processo di crescita per Gianinazzi e il suo staff. Manca poco per andare più lontano. Una lezione che possiamo trarre dal Friburgo è che loro sono arrivati secondi in classifica facendo tanti punti in autunno. Noi, invece, siamo partiti lentamente. Giocare una gara-7 in casa è diverso».

Samuel Guerra non nasconde la sua delusione: «Probabilmente tra qualche giorno proverò orgoglio per come abbiamo reagito e giocato dopo aver perso le prime due gare, ma ora prevale l’amarezza. La sensazione è quella di essere allo stesso punto dell’anno scorso. Non siamo riusciti a fare quel passo in più che uno sportivo vorrebbe sempre fare».

Chiusura con la presidente Vicky Mantegazza: «Adesso c’è delusione, ma sono orgogliosa di quanto questi ragazzi sono riusciti a fare sull’arco di una stagione complicata, con tantissimi infortuni. Con carattere, la squadra è sempre riuscita a rimettersi in piedi. Peccato per gara-7, abbiamo avuto le nostre occasioni, ma faccio i miei complimenti al Friburgo, una grande squadra che lavora per vincere il campionato ormai da tanti anni. Noi abbiamo appena iniziato a costruire qualcosa di nuovo e ci vorrà un po’ per arrivarci, ma so che prima o poi toccherà anche a noi». Ma cosa manca per fare lo step successivo? «L’esperienza», afferma la numero uno del club. «La nostra è una squadra relativamente giovane, con molti ragazzi che i playoff in Svizzera non li avevano mai giocati. Continueremo a lavorare con questo gruppo e questo staff per dare vita a qualcosa di grande, tutti insieme. La serenità di questa stagione ci ha aiutati molto, anche nei momenti difficili. È vero che in gara-6 la Cornèr Arena non era piena, ma c’era comunque un’ottima affluenza. Lasciatemi anche dire che il rumore che sento a casa nostra, non lo sento da nessun’altra parte. Siamo meno numerosi di altri, ma siamo più forti».

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