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E se le Olimpiadi invernali si disputassero sempre nello stesso posto?

Il Comitato olimpico internazionale starebbe valutando un sistema fisso di rotazione fra alcune località
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Red. Online
01.02.2023 13:09

Il cambiamento climatico è in atto. Di riflesso, le Olimpiadi invernali potrebbero svolgersi (quasi) sempre nelle stesse località. Un anno fa, alla vigilia dei Giochi di Pechino, il collega Massimo Solari non a caso aveva titolato: «Se i Giochi invernali rischiano l’estinzione». Un sistema di rotazione che prevede un numero ristretto di località, secondo quanto ha affermato Thomas Bach, il presidente del Comitato olimpico internazionale (CIO), sarebbe allo studio.

Tradotto: laddove l’innevamento è ancora garantito, e di località con simili caratteristiche ce ne sono sempre di meno, Olimpiadi e Mondiali di sport invernali diventeranno una presenza praticamente fissa. Un beneficio, evidente, ci sarebbe al netto dell’emergenza: il CIO potrebbe pianificare a lungo termine, mentre le strutture per le gare avrebbero una sostenibilità maggiore e non rischierebbero di finire nel dimenticatoio, trasformandosi in cattedrali nel deserto (di neve).

In futuro, insomma, alle città candidate per le edizioni invernali delle Olimpiadi potrebbero venire poste le seguenti domande: quali sono le temperature minime? E qual è la copertura nevosa media?

Bach, dal canto suo, è stato categorico. Forte della scienza e consapevole della crisi climatica in corso: molte stazioni di sport invernali, «soprattutto in Europa», scompariranno. Il che, e qui veniamo alle problematiche, spingerà turisti e sciatori a frequentare le poche località che si salveranno dal «verde». Chi se la sentirà, a quel punto, di candidarsi per i Giochi che, di fatto, comportano un blocco totale delle attività per quattro-sei settimane?

È vero, per contro, che le stazioni inserite nel giro ristretto del CIO beneficerebbero di una visibilità costante. Regolare, anche. E, quindi, avrebbero di che guadagnarci sul fronte degli introiti.

Venendo al presente, o meglio al futuro prossimo, le Olimpiadi invernali del 2026 si terranno a Milano e Cortina d’Ampezzo. Il tandem italiano ha battuto la candidatura di Are e Stoccolma, in Svezia, con 47 voti contro 34. Finora, solo due città hanno manifestato formalmente il loro interesse per i Giochi del 2030: Salt Lake City, che ospitò la kermesse nel 2002, e Sapporo, anche se la candidatura è stata sospesa dopo la reazione ostile dell’opinione pubblica: i cittadini, infatti, sono ancora scottati dai costi elevati e dallo scandalo corruzione legati ai Giochi estivi di Tokyo. Avevano valutato una candidatura anche Québec, Vancouver e la regione dei Pirenei, in Spagna.

La scelta del CIO, in merito al 2030, è stata rinviata di un anno. Proprio per permettere ai candidati di riflettere meglio e, al CIO stesso, di ragionare sui cambiamenti climatici e sociali. Le Olimpiadi, di per sé, sembrano infatti non interessare più granché: le candidature per il 2018 erano solo tre, due per il 2022 e due per il 2026.