Formula Uno

Ecco la nuova Ferrari, l'obiettivo? «Vincere»

È stata presentata questo pomeriggio a Maranello la SF-23, che avrà il compito di conquistare il Mondiale – Leclerc: «Le sensazioni sono ottime»
La nuova Ferrari, che cercherà di aggiudicarsi il Mondiale di quest’anno, è stata presentata oggi a Maranello e denominata SF-23. © EPA/SCUDERIA FERRARI
Pino Allievi
Pino Allievi
14.02.2023 18:00

È una Ferrari che parte senza il freno a mano tirato, quella presentata questo pomeriggio sulla pista di Fiorano. L’obbiettivo? «Vincere», dice senza mezzi termini Piero Ferrari. Charles Leclerc e il nuovo capo della gestione sportiva, Frédéric Vasseur, sono molto più precisi: «Vogliamo conquistare il mondiale», dichiarano a due passi dalla SF-23, meravigliosa creatura con la pesantissima responsabilità di riportare il titolo che manca a Maranello dal lontano 2007, anno santo di Kimi Räikkönen.

L’importanza dei dettagli

Chiariamo subito: la SF-23 non è una rivoluzione, anzi, per i non addetti ai lavori si confonde facilmente con la vettura della passata stagione. Ma è sotto la lente d’ingrandimento che si notano i dettagli dai quali ci si attende il balzo in avanti. Il muso, ad esempio, più corto e stretto, con un’ala inedita e una sospensione anteriore ridisegnata per mandare aria più pulita verso le «pance», ossia quegli antri misteriosi nei quali si genera l’effetto Venturi che schiaccia la vettura a terra, garantendone la stabilità non solo alle velocità più elevate ma anche nelle curve lente, qualità che mancava alla F1-75. Le pance risultano maggiormente scavate e nascondono radiatori ridotti e posizionati forse (non si vede…) diversamente. La parte posteriore, più sollevata da terra come obbligano le nuove norme, è molto stretta per velocizzare il deflusso dell’aria che spinge verso il basso la macchina. Le innovazioni aerodinamiche hanno altri due obbiettivi: ridurre il consumo delle gomme e garantire una maggiore velocità massima. A questo proposito, il motore, nascosto sotto la carenatura, non si differenzia molto da quello del 2022 ma si è sopperito alla fragilità palesata dalla turbina e dalla parte elettrica MGU-H, che da un certo momento in poi aveva costretto le Rosse a viaggiare con prestazioni limitate. Sommando tutte queste cose, la Ferrari è convinta di ritrovarsi in vantaggio di un paio di decimi a giro rispetto a Red Bull e Mercedes: «Le sensazioni - ha dichiarato Leclerc, che per sorteggio ha girato prima di Sainz - sono ottime e corrispondono a quello che avevo percepito nei test al simulatore». Ma 2 giri non dicono molto. E neppure le 3 tornate di Sainz sono indicative. Oggi a Fiorano sono previsti 100 chilometri «per andare vicini al limite» (parole dello spagnolo) e poi via per i collaudi della prossima settimana in Bahrain «dove capiremo il vero livello di competitività» (parole del monegasco).

I tanti recenti scossoni

È ovvio che a questa Ferrari si potrà e si dovrà perdonare poco. Troppi i sogni svaniti e le ambizioni rinviate, se pensiamo che in pochi anni sono cambiati tre presidenti (Montezemolo, Marchionne, Elkann) e cinque responsabili della gestione sportiva, con relativi scossoni e alternanza di tecnici. Una instabilità alla base dei risultati al di sotto delle attese, quando invece Mercedes e Red Bull hanno avuto proprio nei vertici saldi e mai in discussione i loro punti di forza. Frédéric Vasseur al posto di Mattia Binotto è il cambiamento più recente, nonostante il manager di Losanna (dove è nato da genitori italiani) avesse riportato la Ferrari sulla giusta via, come testimoniano i secondi posti nel mondiale piloti e in quello costruttori. A Binotto è stato imputato l’intoppo del motore 2020 bloccato dalla Fia, oltre a una cattiva gestione in pista della F1-75, sacrificata dall’estate in poi per concentrare gli sforzi sulla macchina presentata oggi. Ovvero, se la SF-23 vincerà, tanto di cappello a Binotto, nonostante Vasseur sia un ottimo elemento dotato di esperienza e capacità per fare bene.

Ma la Ferrari ha i piloti per puntare al titolo? Perché no? Leclerc è velocissimo quanto aggressivo e nel confronto alla pari con Verstappen ha spesso avuto la meglio. Deve solo avere una macchina che non lo costringa, sempre, ad andare oltre il limite scivolando nell’incidente: «Diciamo che mi sento pronto, sono più maturo di un anno fa e anche più tranquillo», ha commentato. Vasseur non gli ha attribuito i galloni di prima guida, che Charles avrebbe gradito: dovrà conquistarseli sul campo contro un Sainz che invece è una gatta morta che punta sulla costanza e sul risultato alla distanza, senza esagerare nei rischi. Una formazione forte sulla carta, però da verificare nel momento in cui la Ferrari SF-23 dovesse davvero rivelarsi da primo posto. Lo scorso anno, con la F1-75, fu così solo all’inizio di campionato, poi la competitività si volatilizzò dinanzi ad una macchina fragile nella parte motoristica e poco rassicurante nella gestione delle gomme. Nella presentazione, molto all’americana, di questo pomeriggio sul circuito di Fiorano, con una tribuna da 500 posti riservata ai tifosi dei Ferrari Club e ai ragazzi delle scuole, mancava il presidente John Elkann mentre c’era il vice Piero Ferrari, misurato nelle parole e come al solito realista: «Abbiamo tutto per spuntarla, poi dipenderà degli altri...». È nei puntini sospesi che stanno i dubbi. Ma forse, magari, anche gli slanci di speranza.