Aleksi Peltonen è la "vittima"

A volte ci sono leggerezze o dimenticanze difficilmente perdonabili. Questo è il sentimento che deve provare il povero Aleksi Peltonen nei confronti del suo datore di lavoro, ovvero il Davos. Il gemello del bianconero Jesper, figlio del mitico Ville, soffre di diabete e deve dunque assumere l’insulina. Questo prodotto viene considerato doping ed è illegale assumerlo, ma ovviamente in casi di necessità, quando appunto si soffre di diabete, può essere utilizzato. Per fare in modo che il tutto venga autorizzato e dunque in sostanza legalizzato, la società che ha sotto contratto il giocatore deve però inviare la documentazione e la conseguente cartella medica agli organi competenti. Il Davos non lo ha fatto in tempo, una dimenticanza colossale, e così ora l’attaccante rischia una sospensione di tre mesi. C’era già stato un caso analogo 2 anni or sono, con il canadese del Berna Conacher sospeso appunto per tre mesi. C’è da dire però che quest’ultimo venne “scoperto” a fine stagione e fu squalificato durante il periodo estivo. Per lui, perlomeno a livello professionale, non ci furono ripercussioni.
Diverso invece il discorso per Peltonen. Il suo caso è venuto alla luce all’inizio del campionato e uno stop avrebbe un ben altro impatto. Il finlandese, hockeisticamente svizzero, è una vittima e non un colpevole. Il Davos si è già addossato la colpa e si è anche scusato tramite un comunicato ufficiale con il suo giocatore. Il 25enne Peltonen e Conacher non sono casi isolati. Alcuni altri hockeisti famosi soffrono di questa malattia, due su tutti, il finlandese dei New York Rangers Kaapo Kakko e il canadese dei Toronto Maple Leafs Max Domi.
Per Peltonen, alla sua prima esperienza elvetica, uno stop forzato sarebbe duro da digerire. Nei prossimi giorni si saprà l’entità del provvedimento, intanto il malcapitato figlio d’arte è però già ai box. C’è da sperare che il tatto prevalga e che il giocatore non subisca troppe ripercussioni. Chi bisogna invece punire, con una multa salata, è il suo club. Juho Sintonen, l’agente del giocatore, da noi interpellato, si sta prodigando al fine di proteggere il suo pupillo ed è impegnato su più fronti in questi giorni frenetici. “Penso che Aleksi dovrebbe essere considerato un modello per i giovani atleti che soffrono di diabete. Sta mostrando che non è un ostacolo insormontabile e si può diventare un giocatore professionista nonostante la malattia. Fermarlo e impedirgli di giocare a causa dell’accaduto non sarebbe certo una dimostrazione di buonsenso”.
Parole sante quelle del vallesano di origine finlandese.