"Amo ciò che faccio"

Undici punti
nelle ultime cinque partite, ma soprattutto il cerino del penultimo posto
lasciato nelle mani del Paradiso. Oggi, il Lugano II sarebbe salvo, nonostante
un inizio di campionato da incubo.
Sergio Zanetti, da luglio tecnico della seconda squadra bianconera che
milita in Prima Promotion, non si è mai scoraggiato e ha sempre guardato
avanti.
“L’inizio è stato complicato, non ci conoscevamo e dovevamo creare una certa
mentalità. Stiamo parlando di una squadra giovane, in cui il solo Maccoppi
portava un po’ di esperienza”.
Avete perso qualche gara per degli “episodi”, vero?
“Ci sono stati dei piccoli errori individuali che ci sono costati caro, ma in
un percorso di crescita è inevitabile. Poi però la squadra è cresciuta e credo
che anche la nostra fiducia sia in ascesa. Devo dire anche grazie all’ottimo
staff che ho a disposizione con Bossi, Redaelli e Gerndt”.
Anche l’arrivo di Babic dalla prima squadra, con i suoi cinque gol, ha
contribuito alle ultime vittorie:
“Boris è un ragazzo che sta giocando due categorie sotto la Super League ma sta
dimostrando grande professionalità e maturità. Lo ringrazio per la mano che ci
sta dando. D’altro canto, lui sa che molto del suo futuro dipende anche da
quello che sarà capace di fare con noi. La scorsa settimana non si è potuto
allenare perché era impegnato con il militare, eppure ha chiesto di poter
venire a giocare la partita con noi. Ha pure segnato un gol”.
In questo momento siete fuori dalla zona retrocessione:
“La classifica è migliorata ma la strada è ancora lunghissima. Dobbiamo
continuare a crescere per cercare di fare sempre più punti. L’obiettivo è
quello di una salvezza tranquilla. Una volta che l’avremo raggiunta, poi
potremo iniziare un po’ a “divertirci””.
Lavorare con i giovani non dev’essere sempre facile, soprattutto in un
campionato impegnativo come la Prima Promotion:
“È vero, però è molto stimolante. Amo ciò che faccio e mi piace contribuire alla
loro crescita. Tutto ciò mi riempie di orgoglio. I ragazzi hanno bisogno di
certezze, di sapere che quello che fanno è giusto e che darà loro una
ricompensa”.
Il suo arrivo a Lugano è stato per certi una sorpresa:
“Tutto è nato dopo un’amichevole che avevamo fatto contro il Lugano quando
allenavo il Bellinzona. Lì ho conosciuto Da Silva e Hangarter, con cui poi
abbiamo sempre tenuto i rapporti. Quando mi hanno chiesto se volessi accettare
la sfida dell’Under 21, non ho dubitato un attimo”.
Su una panchina così bisogna cercare di unire crescita dei ragazzi e
risultati:
“L’obiettivo è quello di portare qualche giocatore in prima squadra e
naturalmente mantenere la categoria. Per fare questo posso fortunatamente
contare su una società incredibile e molto ben strutturata. I ragazzi devono
solo pensare a giocare a calcio, poi il resto lo facciamo noi. Arriviamo al
campo un’ora e mezza prima e prepariamo degli allenamenti ad alta intensità.
Loro devono solo pensare a fare i calciatori”.
Zanetti che tipo di allenatore è?
“Sono uno che osserva la rosa che ha a disposizione e poi sceglie il metodo di
gioco. Voglio valorizzare le caratteristiche di ogni singolo elemento, affinché
tutti diano il massimo”.
Sorpreso di vedere il Paradiso in difficoltà?
“Effettivamente è un po’ strano, visto che erano partiti con altri presupposti.
Hanno una squadra molto forte ma il calcio non ti regala nulla e a volte
assemblare un gruppo di calciatori non è così facile. Avevo fatto il master con
Sannino e so che è un ottimo allenatore. Spiace che sia andato via…”.
Con suo fratello Javier, ex capitano dell’Inter, parla della sua squadra?
“Con lui parlo spesso, è sempre al corrente di tutto. Io allenavo all’Inter
quando lui giocava in prima squadra. A volte il cognome aiuta, è vero, ma altre
volte no…”.
(Foto Zocchetti)