Anno nuovo, salute e... risultati

Anno nuovo, vita nuova. Ma anche, la salute è la cosa più
importante.
Due proverbi che potrebbero calzare perfettamente al 2024 del FC Lugano.
Si riparte oggi, a Cornaredo (ore 16.30), contro lo Stade Losanna, ultimo della
classe.
Sulla carta non potrebbe esserci inizio migliore. E in fondo, è un po’ così.
È un’occasione da non perdere, un appuntamento da non fallire.
Il nuovo anno dovrà essere diverso dal finale del 2023, infarcito di troppi
infortuni e di quegli impegni europei che hanno senza dubbio tolto energia e
brillantezza alla squadra.
Croci-Torti è cosciente che bisogna cambiare marcia: più continuità e
stabilità, (ri)trovando finalmente quell’identità che, per i motivi citati, non
è sempre stato possibile mostrare.
Ci sarà il ritorno di alcuni infortunati come Valenzuela, Bottani, Grgic,
Durrer o Marques, ma purtroppo bisognerà fare i conti anche le defezioni di
Aliseda (si teme uno stop piuttosto lungo) e Saipi (malato), così come Macek e
Nkama squalificati e Belhadj alla Coppa d’Africa.
Insomma, il Crus è contento ma non felicissimo. Soprattutto l’infortunio di
Aliseda, l’uomo su cui puntava tantissimo, è una brutta notizia.
Ma nel calcio, come nella vita, bisogna guardare avanti.
In settimana il FC Lugano, per bocca del suo CEO Martin Blaser, ha parlato
delle sfide che il nuovo anno porterà con sé. La sempre complicata ricerca
degli sponsor, l’avanzamento dei lavori allo stadio e la volontà di far
crescere una società che vanta ben 108 dipendenti.
È un lavoro lungo e che richiede pazienza, sia al club che ai suoi tifosi.
Assaporate due finali di Coppa svizzera e la recente presenza in Conference
League, è umano chiedere sempre di più, porre l’asticella ancora più in alto.
Sono le regole dello sport, che nonostante “la positiva cultura dell’errore” evocato
da Blaser, poi ti mette di fronte ai risultati e alle classifiche. E pure ai
bilanci.
Il Lugano è una società fortunatamente solida, che guarda avanti con ottimismo grazie
ai capitali statunitensi e alla managerialità elvetica: una miscela di
competenze e lungimiranza, una sorta di garanzia per un futuro che deve
portarlo stabilmente tra le grandi del nostro calcio.
Ma non sarà facile, anche perché la concorrenza appare agguerrita.
Il dominio apparentemente indiscutibile dello Young Boys, il potenziale
inespresso del Basilea, la costante crescita del Servette, la storia in casa
Zurigo, la solidità del San Gallo e le intriganti sinergie del Losanna, per non
parlare della voglia di rivincita del nuovo Grasshoppers targato Los Angeles:
tanti avversari che non staranno a guardare e che proveranno a mettere il
bastone tra le ruote ai bianconeri.
A Lugano però c’è fiducia in quello che si sta facendo. A piccoli passi, con
tanta pazienza, sapendo che il percorso è ancora lungo e lastricato di tante
difficoltà.
Ma siamo soltanto all’inizio di un grande sogno, per il quale vale la pena
lottare e aspettare.
Nella speranza che anche questo 2024 ci sappia regalare quelle emozioni che in
queste ultime stagioni non sono mai mancate.
(Foto Keystone/Golay)