Argentina soprannaturale
Finale con la bottiglia di whiskey appresso, troppa roba per le coronarie. L’Argentina ha ribaltato la quiete, Mbappè da solo contro tutti e a momenti ce la fa con tre gol e un rigore alla sfida ultima, Ma c’era Leo Messi, di là, come se fosse nostro fratello e figlio unico alla Rino Gaetano. La più bella partita della storia, piena di cappellate e funambolismi da ultima chance, e già nelle previsioni si capiva che si sarebbe giocata sul dualismo tra emozione e raziocinio. Il peso sui ragazzi dell’Albiceleste doveva essere immenso, lo si è visto quando Angel Di Maria si è messo a piangere dopo il gol del due a zero, al termine di un’azione straordinaria che non si riesce nemmeno a descrivere. E mancavano ore. Sentiva, el Fideo, che poteva essere fatta, ma la follia ha concesso alla Francia due gol in un minuto con l’inarrestabile Kylian, e allora avanti con la trepidazione e il malto nel bicchiere, stupefatti da tanto ardore incontrollato.
Non è il fatto di tenere a questa o quella, è proprio il piacere di poter dire: il calcio è il gioco più bello del mondo, nonostante la pesantezza dei riti officiati da parvenu, capi di stato, beduini, vecchie glorie, che Diego Armando Maradona avrebbe scacciato come i mercanti dal tempio. La Francia ci ha messo la forza senza passione, l’Argentina l’istinto soprannaturale di chi ha troppi conti aperti con la storia. Ci sono voluti i calci di rigore per dirimere la questione, ma quando Montiel – ahia, quanta apprensione ingiustificata nel vedere un difensore di riserva al cospetto del destino – ha bruciato Lloris, ecco, lì è esploso il senso di bellezza e giustizia che ha cancellato 36 anni di astinenza, come se ci fosse una malefica mano de dios a frantumare speranze.
Meraviglia e terrore, il calcio elevato alla sua massima espressione e peccato non essere argentini stasera, che con Leo e Diego, e tutti i commoventi ragazzi inevitabilmente comprimari degli dèi, hanno raggiunto l’eternità. Saremmo in strada e chi se ne frega. Ma fa niente, ce ne ricorderemo per sempre lo stesso, o fino a quando potremo.