Europeo2024

Attenti all'Italia che "sembra" in declino

Negli ultimi vent'anni gli azzurri hanno conosciuto una grande crisi ma sulla partita singola...
Red.
28.06.2024 07:25

Cosa sta succedendo all'Italia? Da ormai dieci anni non si qualifica a un Mondiale e nonostante la vittoria, piuttosto rocambolesca a Euro2020 (disputatosi nel 2021 per il Covid), la nazionale azzurra non è più tornata ai livelli di un tempo.
In Italia, proprio in questi giorni, si continuano a fare paragoni tra le squadre degli anni 80 e 90, e quelle attuali.
Baggio, Maldini, Rossi, Vialli, Baresi, Totti, Nesta, Zenga, Buffon e tanti, tantissimi altri, vengono giornalmente rimpianti. Quanta nostalgia!
All'Italia manca il talento, è questo che si dice. 
Guardando la squadra di adesso si capisce che, a parte qualche giocatore dell'Inter, le grandi squadre non sono più rappresentate. Soprattutto in attacco, dove gli azzurri sembrano avere grossi problemi. 
I risultati dell'Italia dall'ultimo titolo mondiale, 18 anni fa in Germania nel 2006, parlano chiaro. Sette degli ultimi nove tornei si sono conclusi con una delusione. Il titolo europeo di tre anni fa, come detto, potrebbe quasi essere considerato un caso.
Ecco perché in Svizzera, per certi versi, si è più fiduciosi. Non è la storia che entra in campo, non è il passato che deve spaventare.
Come disse una volta Arrigo Sacchi: "Eravamo un ristorante di lusso, ora siamo una pizzeria". Secondo la buona tradizione italiana, non c'è un solo motivo per la crisi. Si tratta piuttosto di una serie di errori e di eventi che si adattano perfettamente al secondo sport nazionale italiano: lo scaricabarile, come scrive Carlo Emanuele Frezza sul Blick. Un giornalista di 30 anni ma con le idee chiare.
I problemi, ricorda Frezza, sono iniziati poco prima dei Mondiali di calcio del 2006, quando lo scandalo delle scommesse "Calciopoli" ha scosso l'Italia. Furono coinvolti diversi top club e dirigenti come Luciano Moggi. Il Paese era arrabbiato e deluso. Fiducia negli Azzurri? Zero.
Ma come spesso accade nelle situazioni di crisi, gli italiani sanno come unirsi. Come recita il loro inno: "Serriamo i ranghi. Siamo pronti a morire. L'Italia ha chiamato! Sì!"
Quella volta, quanto batterono la Francia in finale ai rigori, l'Italia era fatta da Buffon; Zambrotta, Cannavaro, Materazzi, Grosso; Camoranesi, Pirlo, Gattuso, Perrotta; Totti, Toni. Insomma, niente male...
Lo scandalo delle scommesse emise comunque i suoi verdetti: la Juventus è retrocessa in Serie B. Milan, Inter, Fiorentina e Lazio iniziano la Serie A con punti negativi. È un grande caos, un po' come accadde nel 1982.
Le conseguenze fuorono disastrose. Uno dopo l'altro, gli investitori si ritirarono e gli spettatori rimasero lontani dagli stadi in rovina. I debiti si accumularono.
Ora i nodi sono arrivati al pettine. Quando qualcuno cerca di innovare, la politica e la sua burocrazia lo ostacolano. Mancano gli investimenti in infrastrutture, marketing e nuovi talenti. Da molto tempo non viene riformato nulla, il che rende il tutto ancora più deplorevole.
Da anni, come detto, mancano i grandi nomi, anche perché gente come Tonali e Fagioli si è persa, smarrita nel suo percorso, distratti dalle scommesse illegali. Entrambi sospesi, entrambi hanno perso un pezzo della loro vita di calciatori.
Ora c'è voglia di tornare indietro, di recuperare il tempo perduto, partendo dai giovani e dalle infrastrutture. Sarà una risalita lenta, bisognerà avere pazienza.
Sette club sono in mano agli americani, che amano investire a lungo termine e far crescere i club anche dal punto di vista delle infrastrutture, altro punto dolente del calcio italiano, che ha più problemi del nostro.
Ecco perché questa Italia non ci deve fare più paura. Rispetto, quello sì. Tanto rispetto. Perché in una partita singola, com'è stato il caso con la Croazia, gli azzurri sanno tirar fuori l'asso della manica quando meno te lo aspetti. E anche contro la Spagna, dove hanno sofferto tantissimo, hanno perso solo per un'autorete.
Insomma, non avranno più il talento di una volta, ma il cuore, quello, non l'hanno mai perduto.
Ricordiamocelo domani sera.

(Foto Keystone)