Bellinzona, si apre una nuova éra

ACB alla riscossa! Nuovo stadio (verosimilmente a Giubiasco dove i granata già nei prossimi giorni potranno allenarsi sul terreno dell’USG, grazie alla disponibilità del Municipio), nuovi giocatori (per una squadra la cui realtà è fatta di tanti nomi diversi) ma soprattutto un nuovo presidente. Il Bellinzona vuole tornare a essere un top club. Ci rivolgiamo direttamente a Brenno Martignoni che all’assemblea straordinaria del Club dei 100 tenutasi ieri sera all’Hotel Ristorante di Marco Berini (ne riferiamo a parte) è stato accolto, insieme a Pablito Bentancur, da insistiti applausi dalla quarantina di soci presenti. L’occasione, per noi, di riscoprire i suoi ‘pensieri’ e, possibilmente, cercare di attualizzarli.
Presidente che cosa
cambierà nell’ACB?
“Prima di tutto Bellinzona
deve riprendere la sua positività. Cambierà che la gente deve ritrovare la via
dello stadio ed essere vicina alla squadra che merita di essere sostenuta. Non
dobbiamo dimenticare che a Bellinzona l’ACB ha sempre fatto la storia”.
È necessario rafforzare il
‘dialogo’ con la tifoseria:
“In ogni situazione, come in
ogni famiglia, bisogna fare dell’autocritica, vedere dove occorre intervenire.
La comunicazione è fondamentale perché dove non c’è comunicazione nascono
malintesi e si creano conflitti che non avrebbero senso”.
È mancata, recentemente, anche
l’informazione dell’amichevole (tra l’altro molto sentita, non è una novità) di
Sementina con il Lugano di cui i tifosi granata sono venuti a conoscenza
direttamente dal club di Super League:
“Appunto, la comunicazione
deve esserci dalle piccole alle grandi cose”.
Deve cambiare anche il
rapporto con la città?
“Diciamo che deve migliorare,
una spinta comunque l’abbiamo già data. Anche prima di diventare presidente (carica
di cui Martignoni è orgoglioso, era granata dai tempi dei ‘pulcini’…)
grazie a questa ‘impegnativa’ da parte della città abbiamo potuto ottenere la
licenza. Diversamente non sarebbe stato possibile. È però vero che necessitiamo
di un dialogo a doppio mandante”.
Lei ha sempre sostenuto
che Bellinzona è una piazza che non ha ‘concorrenti’ in Ticino. Che cosa glielo
fa dire?
“Non solo del Ticino, ma di
tutta la Svizzera! Un legame così profondo tra la città e la squadra non lo
vedo da nessuna altra parte. La nostra è una tifoseria che rimane tale, si
presentava in quantità di migliaia allo stadio anche quando il Bellinzona
militava in Seconda lega” (è effettivamente successo, ci ricordiamo di partite
davanti a 2500-3000 spettatori, ndr).
Recuperare il bel tifo di
una volta (per partecipazione e scenari: bandiere e striscioni ACB, cori, campanacci
e rullo di tamburi – che per fortuna sono rimasti) non sarà facile: è anche
questa una sua priorità?
“Certamente! Come ho appena
detto ci sono delle piccole cose che vanno migliorate, deve funzionare tutto al
100 per cento (a cominciare dall’utilizzo della buvette principale sotto la
tribuna, punto d’incontro durante la pausa, purtroppo non più accessibile al
pubblico degli spalti, ndr). Sono convinto che con la bella squadra che la
proprietà sta allestendo (diverse partenze ma anche tanti arrivi, qualcuno –
stando ai si dice - ha l’aria di essere un pezzo da novanta, ma i tifosi
sarebbero felici anche per qualche innesto ticinese in più, ndr) la gente
tornerà allo stadio. L’ACB è una famiglia, dobbiamo ritrovarla anche al
Comunale, la famiglia!”
Qual è la ‘ricetta’ giusta
per lei?
“È importante credere nella
squadra. Il mercato è in pieno svolgimento, la campagna abbonamenti sta
partendo, consideriamo che il Club dei 100 è un pilastro del settore giovanile”
(purtroppo con il comitato dimissionario in blocco, peccato perché
con l’arrivo di Martignoni si poteva, anzi si doveva, evitare di dare ‘forfait’).
Comunque sia, il Bellinzona sta prendendo forma, molte cose, secondo Brenno Martignoni, cambieranno. Piccole e grandi. In meglio, naturalmente!
(Foto Keystone/Mathis)