Calcio

Bellinzona, si apre una nuova éra

Con Martignoni presidente, cambieranno molte cose: piccole e grandi
Enrico Lafranchi
19.06.2024 07:49

ACB alla riscossa! Nuovo stadio (verosimilmente a Giubiasco dove i granata già nei prossimi giorni potranno allenarsi sul terreno dell’USG, grazie alla disponibilità del Municipio), nuovi giocatori (per una squadra la cui realtà è fatta di tanti nomi diversi) ma soprattutto un nuovo presidente. Il Bellinzona vuole tornare a essere un top club. Ci rivolgiamo direttamente a Brenno Martignoni che all’assemblea straordinaria del Club dei 100 tenutasi ieri sera all’Hotel Ristorante di Marco Berini (ne riferiamo a parte) è stato accolto, insieme a Pablito Bentancur, da insistiti applausi dalla quarantina di soci presenti. L’occasione, per noi, di riscoprire i suoi ‘pensieri’ e, possibilmente, cercare di attualizzarli.

Presidente che cosa cambierà nell’ACB?
“Prima di tutto Bellinzona deve riprendere la sua positività. Cambierà che la gente deve ritrovare la via dello stadio ed essere vicina alla squadra che merita di essere sostenuta. Non dobbiamo dimenticare che a Bellinzona l’ACB ha sempre fatto la storia”.

È necessario rafforzare il ‘dialogo’ con la tifoseria:
“In ogni situazione, come in ogni famiglia, bisogna fare dell’autocritica, vedere dove occorre intervenire. La comunicazione è fondamentale perché dove non c’è comunicazione nascono malintesi e si creano conflitti che non avrebbero senso”.

È mancata, recentemente, anche l’informazione dell’amichevole (tra l’altro molto sentita, non è una novità) di Sementina con il Lugano di cui i tifosi granata sono venuti a conoscenza direttamente dal club di Super League:
“Appunto, la comunicazione deve esserci dalle piccole alle grandi cose”.

Deve cambiare anche il rapporto con la città?
“Diciamo che deve migliorare, una spinta comunque l’abbiamo già data. Anche prima di diventare presidente (carica di cui Martignoni è orgoglioso, era granata dai tempi dei ‘pulcini’…) grazie a questa ‘impegnativa’ da parte della città abbiamo potuto ottenere la licenza. Diversamente non sarebbe stato possibile. È però vero che necessitiamo di un dialogo a doppio mandante”.

Lei ha sempre sostenuto che Bellinzona è una piazza che non ha ‘concorrenti’ in Ticino. Che cosa glielo fa dire?
“Non solo del Ticino, ma di tutta la Svizzera! Un legame così profondo tra la città e la squadra non lo vedo da nessuna altra parte. La nostra è una tifoseria che rimane tale, si presentava in quantità di migliaia allo stadio anche quando il Bellinzona militava in Seconda lega” (è effettivamente successo, ci ricordiamo di partite davanti a 2500-3000 spettatori, ndr).

Recuperare il bel tifo di una volta (per partecipazione e scenari: bandiere e striscioni ACB, cori, campanacci e rullo di tamburi – che per fortuna sono rimasti) non sarà facile: è anche questa una sua priorità?
“Certamente! Come ho appena detto ci sono delle piccole cose che vanno migliorate, deve funzionare tutto al 100 per cento (a cominciare dall’utilizzo della buvette principale sotto la tribuna, punto d’incontro durante la pausa, purtroppo non più accessibile al pubblico degli spalti, ndr). Sono convinto che con la bella squadra che la proprietà sta allestendo (diverse partenze ma anche tanti arrivi, qualcuno – stando ai si dice - ha l’aria di essere un pezzo da novanta, ma i tifosi sarebbero felici anche per qualche innesto ticinese in più, ndr) la gente tornerà allo stadio. L’ACB è una famiglia, dobbiamo ritrovarla anche al Comunale, la famiglia!”

Qual è la ‘ricetta’ giusta per lei?
“È importante credere nella squadra. Il mercato è in pieno svolgimento, la campagna abbonamenti sta partendo, consideriamo che il Club dei 100 è un pilastro del settore giovanile” (purtroppo con il comitato dimissionario in blocco, peccato perché con l’arrivo di Martignoni si poteva, anzi si doveva, evitare di dare ‘forfait’).

Comunque sia, il Bellinzona sta prendendo forma, molte cose, secondo Brenno Martignoni, cambieranno. Piccole e grandi. In meglio, naturalmente!

(Foto Keystone/Mathis)