Bellinzona, si respira aria di fiducia

Nessun rancore, si guarda avanti. A
Bellinzona è il momento dell’attesa. Ottenuta la salvezza, obiettivo minimo di
una stagione che era iniziata sotto altri auspici, ora si coltiva la fiducia.
Tra dieci giorni la Lega farà sapere se il ricorso dei granata avrà avuto successo,
altrimenti si assisterà a un triste ritorno in Prima Promotion. Uno scenario a
cui nella capitale nessuno vuol credere.
Nemmeno Pablito Bentancur, figlio di Pablo, che parla del nostro paese in termini
lusinghieri. “Qui in Svizzera c’è un forte senso di giustizia, sono convinto
che alla fine la risposta della Lega sarà positiva”.
Fa un po’ di sana autocritica Pablito, ammettendo che senza alcuni errori di gestione
il Bellinzona avrebbe dovuto essere più su in classifica. Ma questa è ormai
acqua passata.
Si guarda al futuro: prima la licenza e poi la decisione su cosa fare. Restare
o vendere?
Da una parte c’è la voglia di restare, di pianificare una stagione diversa, di
affidarsi a un progetto giovane e che possa durare nel tempo. Con un allenatore
di qualità, a cui dare in mano le redini della squadra. Senza interferenze,
senza colpi di testa, con pazienza e lungimiranza.
Dall’altra i contatti con possibili soci o acquirenti non mancano (si sussurra anche
di un interesse di Matteo Preziosi, figlio dell’ex proprietario del Lugano, ma
per ora sono soltanto voci). La famiglia Bentancur ha tante conoscenze nel
mondo: papà Pablo ha concluso trattative importante nella sua lunga carriera di
manager e lo zio Oscar è colui che pone la firma su ogni contratto.
Dal gennaio di quest’anno la FIFA ha sviluppato un nuovo regolamento per i
procuratori sportivi: criteri molto più severi ed esami finali tutt’altro che scontati.
Papà Pablo ha fatto sapere di non esserne interessato. Ciò significa che
resterà comunque nel mondo del calcio ma, almeno apparentemente, dietro le
quinte.
Intanto, come detto, nella capitale si pensa che la licenza arriverà. E ci si
chiede come mai Pablo Bentancur, che a Lugano era Amministratore Delegato e
proprietario dichiarato del club (assieme ad Angelo Renzetti), non aveva mai
avuto nessun problema, nessun presunto conflitto di interessi. Perché adesso
sì?
Aggiungiamo che non c'è la firma di Pablo Bentancur, né a nome della società
granata, né in qualsiasi trattativa di mercato. Nulla di nulla. Regolamento
alla mano è difficile credere che a questo punto la Lega possa negare la
licenza ai granata.
Certo, ci sono delle sue interviste e delle testimonianze di ex allenatori che
dichiarano di aver trattato con lui al momento della firma, ma basterà questo per
“condannare” i granata?
Difficile, per non dire improbabile. Meglio comunque attendere altri dieci
giorni per averne la certezza. Poi, come detto, ne sapremo di più sul destino
dei granata. Con o senza la famiglia Bentancur.
(Nell'immagine, Pablito Bentancur intervistato dai colleghi di Teleticino)