Binotto-Ferrari è divorzio!

Dopo la bomba scoppiata nei giorni scorsi del licenziamento di Mattia Binotto dalla Ferrari, arrivata via Gazzetta dello Sport, e smentita dopo poche ore da un comunicato ufficiale della Scuderia di Maranello, la testata sorella (vale a dire il Corriere della Sera) ha oggi annunciato le imminenti dimissioni del Team principal della Rossa, che verrebbe sostituito, a macchine ferme, dall’ad Benedetto Vigna.
La notizia, in attesa di conferma ufficiale da parte dei canali ufficiali social della Ferrari, ma data praticamente per certa ovunque, era attesa, in fondo, da tempo. Vale a dire quando John Elkann aveva dichiarato, nel fine settimana di Monza, che la Ferrari avrebbe vinto il titolo mondiale con Charles Leclerc. Di fatto, una sorta di sconfessione dell’operato del manager, il quale ha portato Carlos Sainz in Ferrari, appoggiando poi il clan dello spagnolo, guidato dallo sponsor Santander, e contrapposto a quello di Jean Todt e figlio, che sostiene invece il pilota monegasco. E, considerando anche le voci sul possibile arrivo a Maranello di Frédéric Vasseur, uomo Sauber ma soprattutto mentore di Charles, i tasselli andrebbero al loro posto.
Mattia Binotto è uomo in Ferrari da 28 anni, ed è stato uno degli artefici delle grandi vittorie dell’era Schumacher, come ingegnere motorista. Un tecnico di spessore, dunque, ma forse inadatto, per carattere, a ricoprire un ruolo così esposto mediaticamente. La Formula 1 è anche comunicazione; certo, Binotto ha sempre fatto da parafulmine, e di questo gli va dato atto. Però, è un fatto che, quest’anno, di problemi ce ne siano stati tanti, e in un’annata nella quale lui stesso, a inizio stagione, aveva parlato di una Ferrari in lotta per il titolo. Certo, la stagione non è stata da buttare via, dal punto di vista dei risultati, con un secondo posto in entrambe le classifiche; tuttavia, è un dato di fatto che Max Verstappen abbia vinto a mani basse. E non solo: dopo la sosta estiva, nella fase decisiva del Mondiale, ha inanellato una serie di vittorie (nove) e fatto il record di successi in stagione. Certo, non si vuole dire che sia stata tutta responsabilità del Team Principal: però, Binotto oggi paga, probabilmente, l’incapacità di aver posto rimedio alla situazione, e di avere sempre coperto chi, nel team, ha commesso scelte sbagliate, oltre a una strategia comunicativa non delle migliori, come già detto sopra. Ma quella, purtroppo, non s’impara nelle aule della facoltà d’ingegneria, o sul banco prova dei motori in officina.
E ora? Il momento non è dei migliori per fare questa scelta, con la macchina del 2023 che è nella galleria del vento da mesi. Binotto, qualora se ne dovesse andare anche dalla Ferrari, come qualcuno ipotizza, e non accettare altri incarichi all’interno della Scuderia, si porterebbe dietro anche tanti segreti della nuova vettura, e lascerebbe in un momento delicatissimo del suo sviluppo. Anche se può sembrare strano, visto che il Mondiale è finito da una manciata di ore, e il Circus è a riposo, questo non è il momento giusto per cambi di questo genere. Se mai, nella Formula 1 di questo millennio, possa davvero esserci un momento giusto per fare qualcosa. Per i tifosi Ferrari, momenti quindi di trepidazione. Nonostante molti, ormai, avessero perso fiducia nell’ingegnere con gli occhiali che, lontanamente, ricordava Mauro Forghieri, mancato di recente. Ma erano altri tempi. Ora, si attende: affaire à suivre, insomma.