Bottani e Maric? "Senza punturina serve un piccolo miracolo"

Maric e Bottani domani sera
saranno in campo contro il Lucerna?
C’è ottimismo ma ancora nessuna certezza.
Eppure una volta questi infortuni non rappresentavano sempre un problema: “Basta
fargli una punturina”, si diceva tra il serio e il faceto.
E un fondo di verità c’era. A volte, con la magica infiltrazione, il giocatore
poteva tornare a zampettare in campo senza dolore, come se l’infortunio non
fosse mai esistito. Fino ovviamente al termine dell’effetto della punturina,
poi il dolore tornava. A volte più forte di prima.
Dall’inizio di quest’anno però qualcosa è cambiato in seno allo sport: la
punturina, soprattutto quella di cortisone che faceva miracoli, non si può più
fare.
Come conferma Marco Marano, Team Doctor del Football Club e dell’Hockey Club
Lugano.
“Dal 2022 la lista dei farmaci non ammessi è stata notevolmente ampliata. La
Wada, l’agenzia mondiale antidoping, è diventata molto più restrittiva per il
trattamento con il cortisone in uso nel mondo dello sport. Anzi, direi che lo
ha vietato in assoluto. Quei trattamenti con il cortisone che effettuavamo per
via infiltrativa, ora non si possono più fare. La Wada ritiene infatti che
negli ultimi anni ci sia stato un abuso con gli sportivi e avendo purtroppo il
cortisone diversi effetti collaterali, ha deciso di eliminarlo”.
Non lo si può utilizzare nemmeno in casi speciali?
“Lo si potrebbe ancora fare in casi speciali, richiedendo il permesso a una
commissione che si riunisce periodicamente e che autorizza il suo utilizzo
quando ritiene che non ci siano alternative valide. Quelle pratiche che si
usavano una volta e che acceleravano il recuperano del giocatore adesso però non sarebbero più accettate”.
Dunque anche il lavoro dello staff medico è cambiato?
“Abbiamo dovuto ingegnarci utilizzando altri tipi di trattamenti, come farmaci
che non fanno parte della lista Wada e soprattutto con altre terapie. C’è da
dire che i nostri fisioterapisti e il nostro staff medico stanno facendo un
lavoro incredibile per cercare, nei casi che tutti sapete, di recuperare i due
giocatori (Maric e Bottani, ndr) per la partita di domani. Adesso c’è molto più
lavoro manuale e terapeutico rispetto a prima e meno lavoro medico. Ci dobbiamo
affidare molto di più alle magiche mani di fisioterapisti e massaggiatori”.
Lei è d’accordo su questo
divieto del cortisone?
“Sono d’accordo in linea generale, tant’è che vero che io faccio parte di
quella categoria di medici che se può evita di utilizzarlo anche in caso di
pazienti non sportivi. Ritengo che però non darci la possibilità di
utilizzarlo, ovviamente senza abusarne e in quei nei casi che pensiamo sia
necessario, non è una scelta ottimale. Sono convinto che in maniera
controllata, in dosi non eccessive e non ripetutamente, non dia nessun tipo di
problema. E poi comunque dobbiamo ricordarci che la gestione di uno sportivo
non può essere paragonata alla gestione di una qualsiasi altra persona. Lo
sportivo capisce e accetta che in certe situazioni, sul suo corpo vengano
effettuati dei trattamenti un po’ più invasivi”.
Forse in passato se n’era abusato un po’ troppo, no?
“Sono d’accordo, purtroppo è
stato proprio così. Sia nella medicina generale che in quella dello sport c’è
stato un abuso dell’utilizzo del cortisone. Nei primi anni, come ogni trattamento
innovativo, è stato impiegato a tappeto, e anch’io mi ricordo che negli anni
Novanta c’erano giocatori che venivano infiltrati ogni settimana. E questo
ovviamente non era per nulla etico. Ma dall’altra parte, come ho già detto
prima, non ritengo giusto che non si possa più utillizzare un farmaco che
funziona meglio di altri, soltanto perché in passato fu gestito in maniera
scorretta da un gruppo di medici dello sport. E visto che l’etica è la base del
nostro lavoro, sarebbe stato meglio se ci avessero consentito di utilizzarlo,
magari entro certi limiti, così come si fa con altri farmaci, come ad esempio quelli
per l’asma”.
Per concludere: cosa possiamo dire su Maric e Bottani? Ci saranno domani?
“Non lo sappiamo ancora, ma una cosa la posso dire: lo staff ha fatto un
grandissimo lavoro e se dovessero giocare sarebbe un mezzo miracolo. Dico
soltanto che nel caso di Bottani, una persona normale farebbe fatica a
camminare senza stampelle venti giorni dopo l’infortunio. A lui è successo una
settimana fa…”.