"Caggiano? Parlare è il suo pane, io preferisco il campo”

Il “caso Stagno”, di cui abbiamo parlato nell’intervista con il presidentissimo del Paradiso, non ha minimamente coinvolto (e tantomeno sconvolto) il diretto interessato che probabilmente si è divertito nel leggere il ‘fumoso’ discorso accusatorio di Caggiano che lo ha definito “un accentratore, una persona abituata ad agire sempre in modo indipendente, con cui si faceva fatica ad andare avanti”. Tradotto, significa che per il DS legato al Paradiso da 6 anni non c’era più posto! E dire che Stagno si è ‘totalmente’ (esageriamo?) dedicato alla causa del club al quale è ancora molto affezionato.
Al punto che preferisce non
commentare: “Lasciamo che sia il presidente a farlo, è il suo pane, io
preferisco fare parlare il campo. Sono molto legato al Paradiso, ai ragazzi, allo
staff. La squadra l’ho fatta io anche quest’anno (il settimo, non il quinto
come sostiene Caggiano: quindi non regge la sua ‘parabola’ del ciclo che dura 5
anni…?, ndr).
Un rapporto che non si è
interrotto completamente: “Sento il mister pressoché ogni giorno, Beppe mi
ha telefonato subito dopo la partita col Delémont. E l’altro giorno abbiamo
preso un caffè insieme”.
Sulla sua uscita di scena
(Stagno era diventato, diciamolo chiaramente, un ‘impedimento’), che Caggiano ha
spiegato a modo suo (mettendoci del ‘colore’: “Gianpiero potrebbe rientrare
già nel girone di ritorno…”) ma anche con tanto di ‘comunicato ufficiale’,
l’ormai ex DS nel nostro colloquio telefonico ci invita a “non entrare nel
‘vivo’ della situazione che si è creata”. Preferisce parlare di quello che
è stato per lui il FC Paradiso.
La notizia della sua ‘partenza’ ha ovviamente sollevato un ‘polverone’ (Caggiano ci teneva a declamare la presenza, nell’organigramma, di una persona, mi si scusi il bisticcio di parole, di così forte personalità: “Stagno è un entusiasta, un grande appassionato di calcio. Sono fortunato ad averlo al mio fianco, è la nostra ciliegina sulla torta”.
Che cosa sia realmente
successo non è dato saperlo, il presidente ha tirato l’acqua al proprio mulino
dicendo che la decisione è stata presa all’unanimità. Sarà vero, o Stagno era
d’impiccio a qualche ‘personaggio’ del ‘nuovo’ sodalizio (di ‘facce’ nuove ne
circola più di una…)? C’entra magari Grigoletto?
“No, non credo, con
Alessandro non ho mai avuto problemi, collaboravamo assiduamente. Assolutamente
no! Mi scusi, non si offenda ma non voglio mettere il becco su queste cose. Mi
trovo un po’ nella situazione dell’innamorato che viene lasciato… (ride
amaramente). I problemi nella vita sono altri, ho 40 anni, sono padre felice
di due bambini. Sono un passionale che vive il calcio con amore. Preferisco parlare
di quello che è stato il Paradiso per me”.
D’accordo, ce ne parli:
“È stato un percorso
incredibile quello che abbiamo fatto insieme. Non ci sono mai stati problemi,
un ambiente sano e stimolante, qualcosa di veramente straordinario passando dalle
persone che ‘circondano’ la società, ai giocatori, agli allenatori. Tutta gente
stupenda!”.
Con chi ha lavorato?
“Andrea Lanza è stato il
primo, poi c’è stata la breve parentesi con Tirapelle, una persona splendida. Avevamo
fatto una grande prestazione nell’amichevole con il Bellinzona, ma a causa
della pandemia tutto finì lì. Gli subentrò Nando Cocimano con cui abbiamo
disputato due ottime stagioni. La prima interrotta dal Covid, che riuscimmo
comunque a concludere con la ‘storica’ qualificazione in Coppa svizzera (vittoria
sull’YF Juventus e sconfitta di stretta misura, 0-1 in zona Cesarini, al
Pian Scairolo, contro l’Aarau, ndr). La seconda con il raggiungimento delle
finali, battuti solo dal Baden. L’anno scorso avevamo iniziato con Roberto
Gatti che però ci lasciò dopo tre o quattro partite… (precipitosa fuga in
Lombardia al punto che Caggiano parlò di comportamento ‘scandaloso e vergognoso’,
ndr)”.
Via Robi è arrivato un
‘certo’ Sannino…
“È un lusso averlo portato
in Ticino! Beppe ha passione, fame, ‘cattiveria’ agonistica. Qualcuno ha
criticato il suo atteggiamento in panchina, è un ‘sanguigno’, vero, ma fuori
dal campo Sannino è una persona, generosa, cordialissima, altruista. È una
fortuna che nel Paradiso dei giovani ci sia un mister di grande spessore come
lui. È preparatissimo ed è molto esigente: può dare molto a questi ragazzi. Non
solo a loro, a tutta la squadra!”.
Lei era stato contattato
anche dal Bellinzona, dico bene?
“Esatto, successe l’anno
scorso. C’era stata una trattativa “concreta” che però è andata in fumo per
colpa mia (c’entra sempre l’amore senza fine per la squadra del cuore, ndr).
Non ce l’ho fatta a mollare il Paradiso!”.
Dispiace che sia finita così,
Gianpiero non deve però farsene una colpa. ‘L’amore – dice un proverbio – fa
vedere le rose e non le spine’ (ah, se avesse accettato la proposta di
Bentancur!).
Gli auguriamo buona
fortuna:
“Non vedo l’ora di
rientrare, ma non mi faccio prendere dalla frenesia. Mi piace ‘sentire’
l’accoglienza dello spogliatoio, stare con i giocatori che danno l’anima in
campo, vivere la partita dal vivo (non in streaming come suole fare, di
tanto in tanto, il signor Antonio…, ndr)”.
Peccato, Stagno sta evidentemente
vivendo un momentaccio. Sa però che nella vita tutto scorre, si diraderà anche questa
sua cocente delusione, ne siamo certi.
Continua a ricevere messaggi calorosi
dai ragazzi: “Mi fanno sentire veramente orgoglioso” – ci dice con un
tono di voce un po’ ‘stemperato’.
È comprensibile che ci tenga
alla sua dignità e non voglia entrare in una ‘mischia’ che per altri è pane
quotidiano.