Calcio

Comanda Ibrahimovic e il boss è lui

Champions, il Liverpool domina a San Siro e batte nettamente il Milan
A. L.
18.09.2024 06:04

Milan-Liverpool, in Europa, è uno scontro classico. La storia si è confermata ed è successo tutto e il contrario di tutto. Il prepartita. Ibrahimovic è riapparso e si è scatenato. Ha chiarito: “Comando io, sono il boss e tutto il resto lavora per me”. Poi ha propinato una impareggiabile metafora: “Quando il leone va via, i gatti si avvicinano, quando il leone torna, i gatti spariscono”. Precisa: “Il mercato è andato esattamente come volevamo”. L'arcano è stato velato, che sollievo, si è capito finalmente il ruolo dello svedese. La partita. Il Liverpool ha dominato, ha schiacciato i suoi avversari, ne ha disposto come ha voluto. Ha mostrato una evidente superiorità tattica, tecnica, e una velocità da Premier, sconosciuta alla Serie A. Il Milan è passato in vantaggio, ma non ha saputo approfittarne. La sensazione è quella che la rosa non sia equilibrata. La difesa è un reparto in palese difficoltà, a centrocampo ci sono troppi calciatori con ruoli non definiti. Si vive sulla giocata del singolo, e sullo strappo improvviso. I risultati non arrivano e il resto diventa una conseguenza. Le responsabilità di Fonseca sono fini a sé stesse. L'allenatore deve gestire una situazione complicata e probabilmente non è all'altezza del compito. E la belligeranza e la sicumera di Ibrahimovic non sono una soluzione, anzi aggiungono problemi. Postpartita. La Curva, l'avanguardia del tifo, ha contestato la squadra. Un classico: hanno assicurato l'incitamento iniziale e poi via ai fischi. Hanno intonato i soliti cori, quelli che si fanno in questi casi: i giocatori dovrebbero andare a lavorare; dovrebbero tirare fuori gli attributi. La tensione è alta, l'ambiente è in subbuglio. E domenica c'è il derby. Osserva interessato gli eventi, una vecchia conoscenza del milanismo, verrebbe di corsa a Milanello: Massimiliano Allegri.

(Foto Keystone)