Come nacque la Coppa del Mondo

Sarà che siamo ancora a fine ottobre, ma, che vogliate oppure no, il prossimo weekend inizia una nuova stagione di Coppa del Mondo (CDM). Una stagione che vedrà il suo culmine in febbraio coi Campionati Mondiali che si terranno nell’austriaca Saalbach, nel Bundesland Salisburgo.
Per un “pelino”, la Coppa del Mondo non festeggia un bel compleanno, il sessantesimo. Questa è la 59. edizione. Ma sappiamo come nacque la Coppa del Mondo di sc alpino? Sì, lo sappiamo. L’idea di una CDM nacque in un gennaio del 1966 sulla Seidlalm, un ritrovo alpino accanto a uno dei passaggi della celebre Streif, la discesa di Kitzbühel, appunto, la Seidlalm, l’alpe di Seidl, di proprietà della famiglia locale degli Hinterseer.
Da gennaio passiamo ad agosto, ai Mondiali di sci alpino che si tennero nel ’66 a Portillo, in Cile. Sì, Mondiali di sci in piena “estate”, gli unici a tutt’oggi. Fu il giornalista sportivo francese Serge Lang (dell’Equipe di Parigi) che approfondì il discorso, insieme al team manager francese Honoré Bonnet e al cineasta americano Bob Beattie, oltre all’austriaco Sepp Sulzberger già presente a Kitzbühel.
L'obiettivo di Lang era creare una competizione che riunisse i migliori sciatori del mondo in una serie di gare e attirasse l'attenzione internazionale sullo sci alpino. L'idea fu presentata ufficialmente in quell’estate a Marc Hodler, allora presidente della federsci internazionale FIS. E si gettarono così le basi per la Coppa del Mondo di sci alpino che prese avvio durante il primo weekend di gennaio del 1967 a Berchtesgaden (Germania).
Le prime basi della CDM erano già state poste con competizioni internazionali come la Coppa delle Alpi a Davos e la Coppa delle Tre Nazioni a Vail. Tuttavia, questi formati non erano considerati sufficienti per determinare oggettivamente il miglior sciatore del mondo. Anche l'allora importante premio “Skieur d'Or”, assegnato dall’associazione dei giornalisti internazionali di sci (AIJS) dal 1963, non era sufficiente a creare eroi ”globali”. La situazione sarebbe cambiata con la CDM.
Gli atleti riconobbero subito il valore di questo nuovo formato. Il francese Jean-Claude Killy, che divenne campione olimpico nel 1968, sottolineò all'epoca che per lui vincere la Coppa del Mondo aveva maggior valore che vincere le Olimpiadi. Ciò dimostra quanto fosse importante questa nuova serie di gare per i migliori sciatori del mondo. E gli fecero eco in molti, quasi tutti.
Dalle prime vittorie generali di Jean-Claude Killy e Nancy Greene (Canada) nel 1967, la CDM ha conosciuto un enorme sviluppo. Sono state disputate oltre 3600 gare e il numero di competizioni è cresciuto costantemente. Mentre nella prima stagione si corsero solo 17 gare per uomini e donne, nel 2024/25 ne sono in programma una novantina, tutte con un importante seguito delle televisioni, soprattutto quelle dell’arco alpino.
A dire il vero, in questi ultimi tempi si è sentito un lamentio degli atleti per le troppe gare, ma da una parte tutti vogliono correre e molte stazioni invernali vogliono ospitare la CDM. Inoltre, da non dimenticare che da diversi anni a questa parte le gare di sci “pagano” ottimi premi (di regola 40 mila franchi per la vittoria, a Kitzbühel 100 mila), ciò che in precedenza non avveniva.
Naturalmente la CDM si è sviluppata anche quantitativamente, un giorno le tre discipline discesa, slalom e gigante hanno visto l’avvento del super-g, mentre la combinata (scomparsa nel frattempo) è sempre oggetto di discussione. Discorso a parte il materiale, che con l’arrivo del carving permette gli stessi angoli di raggio, ma con sci decisamente più corti. Passati i tempi che a Garmisch, nella vecchia funivia fatta costruire da Adolf H. per i Giochi Olimpici del 1936, non si potevano trasportare gli sci da discesa di 2 metri e 40…
Gettiamo uno sguardo a quello che ci riserverà questa nuova stagione. In campo maschile, tutti contro l’elvetico Marco Odermatt, magari coi rientranti Lucas Pinheiro Braathen (ex Norvegia, oggi Brasile) e del sette volte vincitore assoluto, l’austriaco Marcel Hirscher.
Tra le donne, la ticinese e titolare in carica Lara Gut Behrami dovrà vedersela col duo italiano Sofia Goggia/Federica Brignone e con la statunitense Michaela Shiffrin, benché abbia annunciato la rinuncia alle discese. Vedremo. Come vedremo se effettivamente la plurititolata Lindsey Vonn (40 anni) tornerà a correre “alla Hirscher”, cioè dopo una lunga pausa, se è vero che si stia allenando per fare da apripista in dicembre.
Molto interesse alle novità, dunque, come nel lontano 1966.
(Nella foto Keystone, Marc Hodler negli anni 30)