"Dio ci scampi da questa sciagura!"

Alessandro Cedraschi ha
dedicato una vita al basket di Lugano. Prima come giocatore, ora come
presidente dei Tigers.
Il suo sogno è vedere sorgere il palazzetto e, come dice
lui ridendo, "forse ce la farò".
Nel giugno del 2027, Lugano avrà finalmente il suo impianto: al
piano superiore tre palestre e tribune che conterranno tremila persone (dove si
alleneranno e giocheranno le squadre di basket e pallavolo), a quello inferiore
le sale per gli altri sport.
Quando tutto sembrava filare liscio, l’MPS ha
presentato una serie di domande al Cantone su quelle che definisce «pesanti
modifiche» al progetto del Polo sportivo. Non convince in particolare il gruppo politico, la
decisione di rinunciare alle vetrate del Palazzetto, come riferisce oggi, nella
pagine cittadine, il Corriere del Ticino.
«Lugano si vanta di fare opere belle - ha detto
ieri in conferenza stampa il granconsigliere MPS Giuseppe Sergi - ma con la
rinuncia alle vetrate il Palazzetto dello sport diventerà un sarcofago».
Il problema? L’annoso oscuramento della facciate. Se mercoledì la Città ha
voluto sottolineare che il cantiere del PSE procede nella norma, il Movimento
per il socialismo, che in occasione del referendum sul PSE nel 2021 era tra i
contrari al progetto, ha inoltrato una ricca interpellanza (19 quesiti) al
Consiglio di Stato.
Il presidente dei Tigers Alessandro Cedraschi, con un post su facebook, ha
voluto dire la sua: “Alcune persone praticano lo sport del sistematico
disfattismo. A Lugano finalmente si edifica, come fatto in tutta la Svizzer ,
a favore di calcio e sport di sala e atletica. A favore di Società che lavorano
con un migliaio di ragazzi e ragazze che a livello agonistico hanno
necessitá che nulla hanno a vedere con la scuola (come in passato) e la sua
architettura. Le strutture devono essere fluibili dalla popolazione e adempiere
alle necessità sportive. A Lugano si costruisce un Palazzetto, uno stadio e
altre attrezzature sportive e come sempre, non per senso civico, ma per segnare
il territorio e per rimanere nello spirito di “azzeccagarbugli“, si vanno a
cercare motivi di contrasto. Leggo che un movimento vorrebbe essere più
radicato in città! Dio ci scampi da questa sciagura! Lugano sarebbe una città
morta. Grazie invece a coloro che finalmente permettono a Lugano di essere al passo
con i tempi".
Sentito al telefono, Cedraschi aggiunge: “Con certa gente ci sono sempre problemi:
dai posteggi alle finestre. Loro vorrebbero fare un palazzetto che assomigli a
una scuola, ma ovviamente non è questo lo scopo. Credo che con le dimensioni e
il terreno che c’erano a disposizione, si stia facendo un gran bel progetto”.
(Foto Città di Lugano)