E se i calciatori scioperassero?

Troppe partite, troppo tornei. C'è chi dice no. E pone la questione, le stagioni non finiscono mai, sono estenuanti. Il nuovo formato della Champions allargata, il Mondiale per Club, l'aumento delle partite delle Nazionali, il calendario è intasato, i carichi di lavoro sono ritenuti inaccettabili. E i giocatori protestano, non ci stanno e minaciano: lo sciopero. Ne ha parlato Rodri (nella foto Keystone), un pilastro della Spagna e del City. Il centrocampista ha dichiarato: “Penso che siamo vicini. Molti la pensano come me. Se continua così, non avremo scelta. Siamo preoccupati e in una situazione di sofferenza”. Spiega che un calciatore possa avere un rendimento ottimale per un massimo di 50 partite: “Dopo si cala, perché è impossibile mantenere il livello fisico. Quest'anno arriveremo a disputarne anche 80”. La misura è colma, aggiunge che: “Dobbiamo prenderci cura di noi stessi, perché siamo i protagonisti di questo sport. Non è tutto denaro. Quando riposo, rendo meglio”. Anche Akanji ha espresso simili concetti, il difensore ha sottolineato che potrebbe ritirarsi al compimento dei 30 anni. Confessa: “È dura. Non pensi a questa stagione, ma anche alla prossima. Non facciamo mai vacanza”. Tebas, presidente della Liga, condivide la posizione di Rodri: “Penso che abbia ragione su un eventuale sciopero dei calciatori. Credo che ci sia un accumulo di incontri”. Il dirigente sostiene che ben venga questa astensione dal lavoro, qualora servisse ad rendere organico e razionale il calendario.