Gli errori con McSorley, la scommessa Gianinazzi

Chris McSorley
non c’è più e adesso, senza la sua ingombrante figura nei paraggi, è arrivato
il momento di menzionare tutte le sue malefatte.
A parte i risultati, si scopre che allenava male la squadra e che non portava
emozioni in pista. Insomma, un disastro su tutta la linea. Inevitabile, con un
bilancio del genere, che venisse cacciato.
Sul suo allontanamento si può anche essere d’accordo: con il clima che si era
venuto a creare nello spogliatoio, era difficile pensare che si potesse
ricucire la frattura.
Due però sono almeno le considerazioni che si potrebbero fare.
La prima riguarda il suo ingaggio. Siamo sicuri che il McSorley di Ginevra
fosse totalmente un’altra persona (e che qui a Lugano avrebbe inspiegabilmente perso la sua verve)? E se davvero lo fosse stato, non dipendeva
forse dal fatto che in quel club era il “patron” e che perciò sui giocatori
aveva un potere e un’influenza totale? Un aspetto che si è forse sottovalutato ma che verosimilmente ha fatto tutta la differenza del mondo.
Detto questo, l’impressione è che si sia preso un allenatore più per la sua
fama che per vera conoscenza. Perché se così non fosse, allora la colpa del suo ingaggio sarebbe ancora più grave. Anche se Hnat Domenichelli ha ormai già fatto un abbondante mea culpa e nessuno ha osato contraddirlo.
Il secondo errore è
stato quello di non aver saputo mediare le varie situazioni che stavano rovinando
il clima all’interno dello spogliatoio e di non essere stati capaci di prevedere
in anticipo come sarebbe andata a finire. Nonostante gli evidenti segnali che arrivavano un po' dappertutto.
Così, ancora una volta, a "vincere" sono i giocatori. Anche se adesso, sempre Domenichelli dixit, il tempo degli alibi è finito. Vedremo.
Adesso si volta pagina, per cercare di dare un segnale, per inseguire la classica
svolta.
Si punta su un ragazzo giovane, giovanissimo, di soli 29 anni senza esperienza. A cui almeno a parole si dà un potere immenso.
Un
azzardo? Probabilmente sì. Perlomeno una scommessa rischiosa.
Luca Gianinazzi sarebbe un predestinato, uno che comunque tra qualche anno
avrebbe allenato il Lugano. Per lui è stato fatto un piano carriera che è stato
drasticamente anticipato. Viene buttato nella mischia adesso, perché è una
carta spendibile, perché è un talento che potrà magari dare qualcosa che
nessuno si aspetta. Potrebbe rappresentare la classica sorpresa. Potrebbe,
chissà. Ma per favore, nessun paragone né con Cereda né con Croci-Torti.
Gli auguriamo di avere successo, perché sembra un bravo ragazzo e perché ha
negli occhi l’entusiasmo di chi ha coronato un sogno. Lo facciamo con mille
perplessità, perché crediamo che sia troppo presto e perché questo spogliatoio appare difficile da gestire a quell'età. Pur bravo che sia.
Ma tant’è. Lo seguiremo e tiferemo per lui, perché almeno lui si merita tutto il sostegno.