Il chilometro più duro del ciclismo

Arabia Saudita significa anche ciclismo. Si sta disputando l'AlUla Tour, una competizione di cinque tappe che sta per concludersi. Gli uomini in bicicletta stanno pedalando attraverso paesaggi molto particolari: tra splendidi canyon e deserti, in un territorio riconosciuto dall'Unesco come Patrimonio dell'Umanità. Gareggiano sfidando il vento e la sabbia, dove il giorno è caldo e la notte è fredda. Si dirà: ci sarà solo pianura. E la supposizione è confermata. Ma l'ultima tappa è destinata a stupire. Altro che Mortirolo, Angliru, Bola del Mundo, Muro di Sormano, salite mitiche, con rampe impossibili e pendenze micidiali. La realtà racconta una storia diversa. Il muro più duro al mondo si trova in pieno deserto. “Abbiamo visto pendenze del 22%”, spiegano i corridori, dopo aver concluso la ricognizione dell'ultima tappa. Mostrando sorrisi nervosi e preoccupati, la pendenza dell'erta appare tremenda e durissima. Gli addetti ai lavori hanno aperto il dibattito: è il chilometro più duro nel ciclismo professionistico? La salita è quella che porta al traguardo dello Skyviews of Harrat Uwayrid, lunga 2,5 km con una pendenza media del 12,8%. Per un breve tratto la massima pendenza raggiunge appunto il 22%, gli atleti dovranno superare un dislivello di 400 metri. Racconta Davide Formolo (della Movistar, nella foto Keystone): “È brutale. Sono più di 10 minuti di salita ma ti salta il cuore in gola”. Il giudizio dei ciclisti sul muro è unanime: “È qualcosa di tremendo”. Aggiunge Jonathan Lastra (della Cofidis): “A casa mi alleno su muri così, ma quando l'ho visto dal vivo sono rimasto impressionato”. E chi pensava che salite iconiche come lo Zoncolan, l'Arrate, o il Grand Colombier si trovassero solo in Europa, deve ricredersi: il chilometro più duro al mondo da scalare si trova tra le dune.