Il diavolo in salsa romana
Metti una tonaca addosso a Russell Crowe, dirigi dalla tua sediola di regista la biografia di padre Gabriele Amorth e avrai un bell'esemplare di diavolo in salsa romana, ovvero "L'esorcista del papa".
Attualmente nelle sale ticinesi la pellicola non è d'orrore, va subito detto a scanso di equivoci. Poco o nulla ha a che spartire con la prima versione, quella agghiacciante firmata da Friedkin e che ancora oggi resta il film horror più bello e spaventoso di sempre. C'è solo un minuscolo ammiccamento all'originale, nel concitato e romanzato finale, quando la sorella del posseduto, anch'ella ghermita dal demone, gira innaturalmente la testa di 360° e comincia a camminare su per pareti e soffitto, manco fosse un ragno in versione maxi.
Si ride anche, a denti stretti, nel corso delle due ore di durata dell'opera di celluloide. Sì perché padre Amorth (famoso esorcista e autore di molti libri sul demonio, morto nel 2016 ndr.) è un giocherellone e un anticonformista. Dice le parolacce e scherza con le suore, si fa beffe dei suoi superiori e non trema neanche davanti all'occulto. Dietro al pizzo imbiancato di Crowe si nasconde insomma un prete dall'animo guascone.
Cambia poi il nome dell'emissario di Belzebù. Ne "L'esorcista" era Pazuzu, qui Asmodeo, una demoniaca creatura sovrannaturale che ambisce a entrare nei corpi degli ecclesiasti, utilizzati come cavallo di Troia per prendersi il Vaticano, presieduto in questo caso da un Franco Nero visibilmente invecchiato e quanto mai intenso nella sua interpretazione.
Prima di puntare ai due preti esorcisti, però, Asmodeo abita le membra di un ignaro e taciturno ragazzino, ancora traumatizzato per la morte del padre, trafitto da un albero nel corso di un incidente stradale. Il piccolo, con mamma e sorella al seguito, si reca in una vecchia abbazia spagnola, e più precisamente situata a San Sebastian. Qui i lavori di ristrutturazione riporteranno alla luce vecchie catacombe e incubi risalenti al periodo dell'inquisizione, tra cui appunto una terribile versione del principe delle tenebre.
In definitiva sono due ore godibilissime, a patto che si dimentichi il precedente più illustre firmato da Friedkin. Questa, lo ribadiamo, è infatti un'altra storia...