Calcio

Il gol olimpico

Massimo Palanca detiene un incredibile record
Angelo Lungo
21.08.2022 14:00

13 gol, lunghezza del piede 37 centimetri, altezza 1,69 m. Massimo Palanca nasce a Loreto (nelle Marche) il 21 agosto del 1953. Professione attaccante nel corso degli anni Settanta e Ottanta. Capelli ricci, sopracciglia folte e baffo, per quell'epoca, d'ordinanza. Era soprannominato “Piedino d'Oro”. La sua carriera si svolse tra Catanzaro e Napoli.

E il numero 13? Elementare: sono le reti che segnò direttamente da calcio d'angolo, un record difficilmente battibile.

Era capace di imprimere alla sfera traiettorie impensabili: tiri mancini e diabolici.

Ricorda: “Non c'era nessun segreto. Ci provavo. Quando tiravo il calcio d'angolo, c'era un giocatore che saltellava davanti al portiere sul primo palo. Il portiere per un attimo non vedeva la palla”.

La sua specialità finì per diventare, per lui, una sorta di persecuzione e confessa: “Io sapevo fare altre cose difficili, per esempio le rovesciate e possedevo un bel tiro da tutte le posizioni”.

La storia ci rimanda che il gol segnato direttamente da calcio d'angolo è stato ribattezzato “olimpico”, come tributo al primo marcatore, ufficiale, a compiere la prodezza. Era il mese di ottobre del 1924 quando l'argentino Cesareo Onzari, riuscì nell'impresa di realizzare direttamente dalla bandierina contro l'Uruguay, che era il campione olimpico in carica. A quei tempi il Mondiale non esisteva, l'Olimpiade era ritenuta la manifestazione più prestigiosa.

Ma qualche mese prima la rete non sarebbe stata convalidata. La Federazione internazionale aveva da poco cambiato la regola: in precedenza se un pallone calciato dalla bandierina, non riceveva nessuna deviazione successiva e superava l'estremo difensore, il gol era da annullare. L'azione era considerata fallosa.

Da allora le conclusioni vincenti di questi tipo sono state rarissime. È un gesto inaspettato. Una soluzione ambiziosa che abbisogna di tecnica, coraggio e fortuna. È necessario essere abili e coraggiosi, è una sorta di ribellione allo stato ordinario degli eventi.

Per ritornare a Palanca, disse Veron: “È difficile segnare una volta in carriera direttamente da corner, figuriamoci 13 volte”.