Il Lugano ci crede
Le parole dei protagonisti, a fine gara, ci hanno confermato che la nostra lettura della vigilia era stata quella corretta. Al di là dei tre punti, a Cornaredo c'era in palio la possibilità di fare rientrare i campioni in carica nella mischia e quella, per i ticinesi, di dare invece un segnale forte al campionato. E, alla fine, la seconda opzione è quella che si è concretizzata, in virtù di una prestazione maiuscola di tutti i giocatori in campo. Una nota particolare va a Lukas Mai: il tedesco, qualche settimana fa, sembrava essersi avvitato in una crisi di gioco della quale non si vedeva la fine. Invece, dopo la prova maiuscola di Zurigo, si è ripetuto contro lo Young Boys, giocando una partita di spessore, sia nella fase di interdizione che in quella d'impostazione, con lanci lunghi molto spesso ammaestrati da Kasper Przybylko, che ha dato profondità ai suoi. Ma che dire di Ousmane Doumbia? L'ivoriano, subentrato dalla panchina, e tornato quello di due stagioni or sono, ha dimostrato che, forse, se fosse stato presente l'autunno scorso, i bianconeri si sarebbero trovati con qualche punto in più in classifica nella fase decisiva del torneo. Grande soddisfazione dei sottocenerini, a fine partita. Nacho Aliseda, quando gli abbiamo riferito le parole degli avversari mercoledì sera, a Berna, dopo la sfida di Champions con l'Inter, si è limitato a osservare che «C'è chi parla, e chi gioca: noi oggi abbiamo giocato». E, del resto, quella dell'argentino è stata una prova maiuscola: una rete e un assist, dopo essere stato schierato nel suo ruolo preferito. Anche Renato Steffen era di buon umore a fine partita: l'argoviese si sta dimostrando sempre più leader. Certamente, ha dichiarato, la squadra ha giocato in modo diverso alla scorsa settimana a Yverdon. E sono giornate come queste che creano una mentalità vincente in tutto il gruppo, nonostante si sia molto lontani dalla fase decisiva del torneo. Ora è il momento di godersi la prestazione, sono state le sue parole conclusive: sempre, però, ricordandosi che servirà ripetersi, per andare lontano. Mattia Croci- Torti, ovviamente, non poteva che elogiare un gruppo che, oggi, ha dimostrato di saper intrepretare la partita nel migliore dei modi. Lo Young Boys era venuto in Ticino molto carico, ma è stato superato da una squadra che ha giocato con grande intensità, cercando anche i duelli individuali quando necessario. Tutti hanno fatto bene: da Saipi, autore di interventi decisivi, che hanno tenuto i bernesi fuori dalla partita, passando da Martim Marques e da Zachary Brault-Guillard, che dovrebbe essere una riserva, ma che oggi ha disputato, sulla fascia di contenimento, una grande partita, in fase di copertura e di appoggio ai compagni. In definitiva, il Lugano è tornato sui livelli visti a Zurigo, tre settimane fa. Certo, le avversarie dirette sono forti (il Servette ha sgretolarono lo Zurigo al Letzigrund, e il Basilea ha addirittura bullizzato il Winterthur in casa sua) e non hanno le coppe europee. Ma questo Lugano sembra aver imparato a non soffrire il doppio impegno. E il segnale dato al campionato è chiaro: ci siamo, e ci saremo fino in fondo.