Il Lugano riparte dagli 11 metri

È bastato un tiro
in porta, anzi, un calcio di rigore (visto dal VAR), per portare via i tre punti dal
Letzigrund.
Il Lugano ottiene l’ottavo successo in nove partite, dimostrando ancora una
volta di essere una squadra che sa gestire al meglio questo tipo di sfide.
Ritmi non troppo alti, tanto controllo del gioco e possesso palla, senza per
forza dover creare molte occasioni.
È stato così anche oggi, dove un rigore trasformato da Celar (il colpo di testa
di Steffen è stato deviato con la mano da Hoxha) è stato sufficiente per vincere
la partita.
Non è stato un grande spettacolo, soprattutto per colpa di un Grasshopper che sotto
di un gol dopo soli 9 minuti, non ha mai dato l’impressione di poter pareggiare
la partita.
Nonostante l’arrivo in panchina di Schällibaum, che ha avuto soltanto tre
giorni di tempo per lavorare, le cavallette sono apparse piuttosto bloccate e
apatiche. Saipi, a parte un paio di interventi di normale amministrazione, non
è praticamente mai stato impegnato.
Nemmeno nell’ultimo quarto d’ora, quando l’arbitro Turkes, richiamato al VAR da
Gianforte a Volketswil, ha espulso Belhadj (intervento violento da dietro), il
Lugano è andato veramente in sofferenza.
Peccato per un paio di cartellini gialli presi da Valenzuela e Espinoza negli
istanti finali, per perdita di tempo: un comportamento che si potrebbe evitare
e che non è mai bello vedere. Detto questo, l’impressione è che si sarebbe
potuto giocare sino a mezzanotte, ma il Grasshopper, davvero poca cosa davanti,
non avrebbe mai segnato.
I bianconeri hanno gestito la partita con un possesso palla attorno al 65%,
riuscendo a muovere a proprio piacimento un avversario che, nonostante lo
svantaggio, ha quasi sempre aspettato nella sua metà campo.
Settimana prossima la sfida con il Losanna a Cornaredo, che oggi ha battuto lo
Zurigo, e poi la Coppa a Sion, prima di iniziare l’atteso girone finale.
Domani giocano Servette (ora superato dal Lugano) e YB (che a questo punto dista
solo tre punti): Croci-Torti, dal suo comodo divano, potrà godersi le due sfide
e sperare in un’altra frenata.
Il suo Lugano è pronto ad approfittare di ogni regalo.
(Foto Keystone/Kraemer)