Il problema adesso si chiama... fluoro

Lara Gut-Behrami è una che dice sempre quello che pensa. "Forse il personale di servizio dovrebbe dormire con gli sci in camera", dice.
Ciò che potrebbe sembrare una battura divertente, ha invece un retroscena serio. Da quando la FIS (Federazione internazionale di sci) ha vietato l'uso di scioline contenenti fluoro, nello sci si teme il sabotaggio. "Qualcuno potrebbe contaminare gli sci con uno spray al fluoro", dice la ticinese.
Da tempo sembrano esserci dubbi sul fatto che l'attrezzatura per i test della FIS sia davvero irreprensibile. Durante la fase di test, è capitato che al momento del controllo, gli sci si accendessero di rosso. Cosa significa? Semplicemente che lo sci ha superato il limite di fluoro dello 0,99. A quel punto ci sarebbe anche una squalifica per l'atleta.
Peccato, come giurano alcuni atleti, che quegli sci non siano stati trattati con la sciolina al fluoro. E allora? Che i test siano sbagliati?
A poche ore dall'apertura della stagione a Sölden, nella Ötztal si discute animatamente della questione del fluoro. La FIS si dice tranquilla: l'attrezzatura per i test viene ritenuta impeccabile. Allo stesso tempo, si vocifera che il valore di tolleranza sia stato portato a 1,8. Anche il direttore dello sci alpino elvetico Hans Flatscher ne ha sentito parlare e ribatte: "Perché il valore consentito non è addirittura 0,0 o almeno solo leggermente superiore? Probabilmente i dispositivi non sono abbastanza affidabili".
Il Blick ha chiesto alla FIS se le voci sull'innalzamento del limite a 1,8 siano vere. Ieri, poco prima delle 22.00, la risposta: "La soglia per i test sugli sci sarà di 1,8 fino al 31 dicembre.Per gli sci testati prima della gara invece, rimarrà a 1,0. Dopo il 31 dicembre, sarà sempre 1,0".
Torniamo a Gut-Behrami, che ha parlato dell'argomento per ben 8 minuti e 40 secondi, come se la cosa la preoccupasse tantissimo.Non ha nulla contro il divieto, sottolinea più volte, anche perché secondo le opinioni degli esperti, diversi composti del fluoro non sono degradabili e possono quindi causare danni all'uomo e all'ambiente.
Continua la sciatrice: "La pressione sul personale di servizio sta aumentando. Perché se faccio una buona discesa ma perdo mezzo secondo, cosa dovrebbe dire l'addetto all'assistenza? Non ho imbrogliato, ma forse altri lo hanno fatto? Non andrò dal mio addetto all'assistenza a dirgli: "Provaci!". Ma se ogni volta penso che forse è perché gli altri continuano a usarlo, non sarebbe una buona cosa".
Ci sono tante domande ancora irrisolte: il fluoro si degrada davvero in modo considerevole dopo soli 15 secondi di sci, come alcuni ipotizzano? È possibile che sci puliti si contaminino quando si scia su neve contenente fluoro? Perché nelle gare di velocità vengono controllati gli sci di tutti, mentre nelle gare tecniche solo quelli di atleti selezionati?
Gut-Behrami non crede in un codice d'onore che impedisca gli imbrogli, ma spiega che nei test di discesa a Zermatt gli sci con fluoro sono stati tra sei decimi e un secondo più veloci di quelli senza.
Flatscher vede la soluzione al problema in un contesto più ampio: la cera contenente fluoro dovrebbe essere vietata ovunque. Al momento non è così: ogni sciatore dilettante può spalmarla sulle sue lamine. "L'unica strada è quella della legislazione. O tutti o nessuno. Se si volesse imbrogliare, ci si renderebbe perseguibili - e nessuno lo vorrebbe. Garantito".