"Io e Antonio siamo una coppia perfetta"

Un quarto posto di cui
andare orgogliosi.
Al primo anno in Prima Promotion, il Paradiso ha vissuto una stagione da
protagonista. Sempre nelle zone alte della classifica, a un certo punto leader
del campionato, i luganesi hanno addirittura sfiorato il sogno della
promozione.
Difficile chiedere di più a questo club, che negli anni è cresciuto tantissimo.
Paradiso non è soltanto Antonio Caggiano, che ormai tutti conoscono.
No, Paradiso è anche Werner Nussbaumer, medico e politico molto conosciuto nel
nostro cantone, che da due anni è co-presidente del club.
Nussbaumer, avere due presidenti non è così comune nel nostro calcio…
“Sì, è vero, la nostra situazione è un po’ particolare, ma credo che questa
formula abbia funzionato molto bene. Credo che anche grazie alla mia
collaborazione con Antonio, siamo riusciti a ottenere certi risultati”.
Qual è il suo ruolo concretamente?
“A parte dare un aiuto economico, credo che il mio ruolo sia un po’ quello di
“equilibratore” all’interno del nostro club. Io preferisco mantenere un profilo
basso, mentre Antonio è quello che giustamente deve apparire. È anche quello
che economicamente ha fatto gli sforzi maggiori in questi venti anni in cui è a
Paradiso. Lui è un uomo focoso del sud, io sono un uomo più tranquillo del nord
e ci compensiamo benissimo”.
Con lei in società avete ottenuto grandi risultati:
“Non vorrei peccare di modestia, ma credo che Antonio, da solo, non ce
l’avrebbe fatta. Credo di aver dato un apporto significativo anche grazie alla
mia precedente esperienza a Taverne, dove oltre ad aver portato la squadra in
Seconda Interregionale, avevamo disputato anche importanti gare di Coppa contro
Sion e Chiasso. Poi per motivi più che altro politici, ho lasciato…”.
Ed è arrivato a Paradiso:
“Era una società che mi era sempre stata simpatica e che valeva qualche sforzo.
Caggiano aveva fatto tanto per questo club ma stava faticando a ottenere i
risultati che meritava. Come ho detto, Antonio è una specie di Constantin, e
ogni tanto questo non va bene. Non si poteva cambiare allenatore ogni stagione.
Credo che con il tempo abbia capito anche lui che è meglio non scombussolare
uno spogliatoio e dare continuità al lavoro che si inizia. In due soli anni
siamo saliti di categoria e stiamo ottenendo risultati superiori alle nostre
aspettative”.
Tutti si chiedono che futuro avrà il Paradiso:
“Lunedì sera abbiamo avuto una riunione molto importante e abbiamo fatto il
punto della situazione. Siamo tutti soddisfatti del quarto posto, che ci regala
la qualificazione diretta alla Coppa Svizzera, ma bisognava decidere cosa fare
in futuro e noi abbiamo deciso di continuare e di provare a rinforzare la
squadra. Sappiamo che non è facile, anche perché a livello economico è un
bell’impegno, ma ci teniamo ad andare avanti”.
Con l’allenatore Sannino?
“Sì, alla fine ha accettato di continuare a lavorare con noi. E le dico che non
era assolutamente scontato, perché Sannino voleva delle garanzie tecnche. È uno
che ti mette sotto pressione, una persona molto ambiziosa. Noi gli abbiamo
garantito il nostro appoggio”.
Davvero potete puntare alla Challenge League?
“Al momento ci mancano le infrastrutture e qualche sponsor, ma amiamo questo
club e faremo di tutto per mantenerlo ad alti livelli”.
E la tribuna, si farà o no?
“Al momento siamo ancora fermi, ma spero che la settimana prossima i lavori
possano continuare. Confidiamo che il comune di Collina d’Oro ci dia il
permesso per andare avanti. Peccato che qualcuno sia invidioso del nostro
successo e ci abbia messo il bastone tra le ruote”.
Voi però avevate costruito qualcosa che non era a norma, no?
“È vero che la tribuna era più larga del previsto, ma avevamo pensato di fare
poi una sanatoria, come si fa spesso in questi casi. Ricordiamoci che non
abbiamo fatto questo progetto per fini personali, ma soltanto per il bene del
club e dei tanti ragazzi che ci giocano”.
È vero che avete avuto anche trattative per vendere il club?
“Sì, è vero, qualcuno ce lo aveva richiesto. Sia Rizzetta, che poi aveva
raggiunto un accordo con il Locarno, sia Novoselsky, erano interessati.
Ovviamente con il loro ingresso avrebbero anche voluto gestire, com’era normale,
il club in prima persona, ma io e Antonio siamo ancora troppo affezionati a
questo club per pensare di cedere la mano”.
(Nella foto Putzu, Werner Nussbaumer, a destra, assieme al presidente del Sion Christian Constantin)