"Io, felice di stupire me stesso"

Era partito 20 anni fa da
Losanna, destinazione Lugano. “La mia passione per il calcio non ha età” ci
aveva detto al termine dell’ultima partita disputata con il Chiasso. Oggi gioca in Seconda Interregionale con lo stesso
entusiasmo di quando aveva debuttato alla Pontaise, appena diciasettenne. Ha
disputato 200 partite, il Losanna era dovuto ripartire dalla Seconda Inter con
la Under 21 ottenendo due promozioni di seguito sotto la guida di Gérard
Castella.
Antoine Rey, è di lui che parliamo, ricorda: “Può sembrare un
paradosso ma lo potrei considerare un colpo di fortuna in quanto è stato
Gabriel Calderon a lanciarmi in LNB l’anno prima del fallimento: un’emozione
indimenticabile!”.
Nel 2010 eccolo a Lugano con Simone Boldini, ai tempi della
gestione Preziosi-Pastorello. Tanti bei ricordi: “La mia prima stagione in
Super League con Zeman lo ritengo uno dei più belli, come pure l’anno della
promozione con Livio e la finale di Coppa malgrado la sconfitta. Sono stato 8
anni a Lugano, anche la stagione (2015-16) in cui centrammo la salvezza all’ultima
giornata battendo il San Gallo (Cornaredo 3-0, Zurigo retrocesso) non lo posso
dimenticare”.
Alla fine ha però trangugiato un boccone amaro: “Sarei rimasto
volentieri, purtroppo Renzetti decise di non confermarmi”. Parafrasando il
titolo di un noto film diciamo che in quell’estate 2017 un “Angelo” non scese a
Cornaredo come accadde, in celluloide, a Brooklyn… Non esageriamo dicendo che Antoine
questa ‘cortesia’ ce l’ha ancora avvolta in un fazzoletto bagnato da lacrime. Deve
essere stato un colpo terribile, glielo avevamo letto in faccia: “È stato il
momento più brutto della mia carriera, ci tenevo moltissimo a restare
bianconero”. Da buon capitano (o ex che dir si voglia) non ci furono da parte
sua discussioni. Gli sarebbe dispiaciuto lasciare il Ticino, la sua delusione venne
immediatamente spazzata via dalle due momò (“Sono stato fortunato”). Ha
afferrato al volo l’opportunità datagli da Nicola Bignotti (“È stata la chiave
di volta del mio futuro, stavo pensando di rientrare a Losanna”) di vestirsi di
rosso e blu. A Chiasso ha avuto come allenatori Abascal, Raineri, Mangiarratti,
Manzo.
Anche in Challenge League si è sempre contraddistinto per dedizione e
cuore. L’Informatore, settimanale del Mendrisiotto, ne aveva esaltato le sue
doti: “Un giocatore d’acciaio che ogni allenatore vorrebbe avere ai suoi
servizi nonostante abbia superato la trentina”.
Un ragazzo semplice, modesto, umile.
“Il calcio – così ebbe a dire – è cambiato soprattutto a livello di ‘contenuti’.
Quando ho iniziato a giocare non c’erano nemmeno le telecamere…”. Un gran bel
giocatore, tenace, grintoso (fors’anche un tantino troppo negli ultimi anni…). Ammirevole
la sua costanza, il suo fisico prestante è un buon motivo per continuare a giocare
a 36 anni: “Mi piace sudare sul campo piuttosto che guardare calcio dalla
tribuna o alla televisione”.
Antoine, il tuo Mendrisio quest’anno va
forte:
“Siamo sulla strada giusta,
abbiamo una squadra di qualità. Bene assortita in ogni reparto anche sulla
panchina in caso di assenze importanti. Chi l’ha allestita l’ha fatto in modo
intelligente”.
Anche il nuovo allenatore
sta lavorando bene:
“Amedeo Stefani (ex Castello,
ndr) ha capito che in questa categoria, come d’altronde in quelle "minori", il calcio deve essere soprattutto un divertimento”.
Lo è anche per te
nonostante gli impegni professionali?
“Oggi ancora di più perché
alla fine della giornata lavorativa mi prende una gran voglia di andare al
campo e divertirmi con i compagni”.
Una passione che non ti è
mai venuta meno:
“È vero, è un po’ difficile
da spiegare… Magari oggi per la mia età (leggi efficienza atletica, ndr) non gioco
più gli interi 90 minuti però mi sta bene anche una sola metà tempo o qualche
scampolo di partita”.
Come spieghi questo tuo
forte legame con il Mendrisio?
“Considero qualcosa di
eccezionale, di raro ai giorni nostri, il fatto che il presidente Pellegrini mi
abbia tenuto in considerazione non solo per il calcio ma anche a livello umano.
Quando si arriva a una certa età bisogna per forza pensare anche al domani”.
La promozione sarebbe la
tua ciliegina sulla torta:
“Andiamoci piano… Non mi
piace parlare di promozione, lo abbiamo fatto troppo in questi ultimi 3 anni
(2019-20 ultima stagione in PL). Siamo solo a metà dell’opera, sarà il campo a
decidere. Naturalmente saremmo tutti felici se riuscissimo a coronare questo
sogno”.
Complimenti ad Antoine Rey.