Juve-Napoli, che noia

Motta e Conte rappresentano, o dovrebbero essere, l'avanguardia del calcio. La premessa: siedono da poco sulle panchine delle rispettive squadre. Juve contro Napoli è una sfida quasi esistenziale, Nord contro Sud, è un rivalità storica e sentita. Poi c'era il ritorno di Conte nella sua Torino. Era il romanzo popolare che si doveva arricchire di una nuova pagina. Ma le parole poi si fermano e si esprime il campo, e quello non mente, emette, implacabile, le sue sentenze: Juve-Napoli è stata una partita noiosa. È mancato tutto quello che esalta il football. Non c'è stato nemmeno agonismo o tensione. È andata in scena la prevalenza della difesa, ha dominato la tattica, dove l'unico obiettivo era non subire gol. Doveva essere il duello tra due possenti e potenti centravanti. Lukaku e Vlahovic hanno, invece, attraversato la partita con leggerezza e sono evaporati. Il serbo è stato addirittura sostituito dopo 45 minuti. Motta ha voluto stupire, ha inteso di seguire la moda, ormai in disuso, del falso nove. Il belga deve ritrovare la forma fisica, un classico della sua carriera. Il resto evidenzia: l'assenza del fantasista, il giocatore che inventa e che rompe gli schemi. Nico Gonzalez è costato uno sproposito, ma l'impressione è che l'argentino sia un calciatore da 'limbo', rimarrà un inespresso eterno, un incompiuto. Khvicha Kvaratskhelia deve riemergere, il suo valore è indiscutibile. Il suo dribbling ha perso la sua dirompenza. La corsa non è più imprevedibile. Deve ritrovare il fuoco della passione. E puntare l'uomo. La Juve non segna, ha il problema del gol, i minuti scorrono e dopo le prime due giornate il pallone non è più entrato in rete. Il Napoli è solido, è robusto, è una formazione fisica ma che ha, potenzialmente, anche un buon tasso tecnico. Farà strada e lotterà per il titolo.
(Foto Keystone)