La ‘bandiera’ granata non sventola più

Dispiace che Dragan non sia stato confermato in vista della prossima stagione. Esce di scena, dopo Matteo Tosetti, anche la ‘bandiera’ granata. Un giocatore che nelle interviste (era il più ‘gettonato’ nei dopopartita) metteva spesso e volentieri in evidenza il suo rapporto d’amore per l’ACB, dichiarandosi orgoglioso di essere tornato a giocare all’ombra dei tre castelli. Tant’è che per ritrovare la sua prima maglia (granata, s’intende) bisogna andare indietro di oltre vent’anni. Non parliamo di un calciatore giunto al capolinea di una brillante carriera, Mihajlovic ha 32 anni (è nato il 22 agosto 1991). Ha ancora molto da dare al calcio. Il campionato inizierà al Comunale contro il Wil (come l’anno scorso, 0-2), c’è ancora tempo per parlarne. Ci sono di mezzo anche i 32esimi di Coppa svizzera che vedrà impegnato il Bellinzona a Kriens, i lucernesi sono una squadra “menagramo” (tocchiamo ferro). A proposito, in Ticino terranno banco tre partitissime: a Mendrisio arriverà il Lucerna, il Malcantone affronterà il San Gallo e il Taverne si è visto riservato il primo avversario dei granata in campionato. Sarà un giorno di festa, comunque vada, al sud delle Alpi.
Ne stavamo parlando, appunto, ieri alle 19 al Comunale con Dragan (al termine dell’allenamento), partendo dall’appuntamento odierno di Lugano-Bellinzona a Sementina. Un derby molto sentito nella Turrita, anche se di ‘aspetto’ amichevole: “Eh sì, è qualcosa di speciale anche per me che sono stato bianconero… Ma non so se lo giocherò, sono in scadenza di contratto, anzi mi è scaduto il 30 giugno, sono in attesa…”. Sarà un caso (che sa tanto di beffa), l’attesa di Mihajlovic dura pochi secondi… In quell’attimo riceve un messaggio dal patron, lo fa leggere a Rosas che sta chiacchierando con Chacon. Buone nuove, gli chiediamo? “Direi di no, non sono più un giocatore dell’ACB!”. Che succede ora? “Sono costretto a cercarmi un’altra squadra. Non mollo, ho voglia di ricominciare subito una nuova avventura, fisicamente sono al top”. Già, fisicamente… (moralmente lo potete immaginare).
Bella questa sua reazione a cielo aperto proprio quando da una porta stanno uscendo alla spicciolata, ridendo e scherzando, quelli che potrebbero essere i nuovi giocatori di mister Benavente. Dragan è ora un ex!
Come diceva Maurizio Mosca (1940-2010) il calcio non sempre regala solidarietà. E talvolta non manifesta neanche rispetto.
Mihajlovic ha sfiorato le 150 partite con la maglia granata. All’ultimo Natale (festeggiato a Sementina), molto emozionato, aveva dichiarato: “Non ne ho visti tanti di giocatori rimanere così a lungo in una squadra”. Un tifoso corse sul palco, abbracciò il numero 91 e si commosse!
Umiltà, dedizione, non si è mai lasciato trascinare dal vento (che nella Turrita non cessa di soffiare). Mai un’accusa a livello tecnico, ha difeso ogni allenatore, anche quelli che non ce l’hanno fatta (“Tutti hanno cercato di dare il massimo”). Si è sempre schierato dalla parte dei compagni (“La nostra è sostanzialmente una squadra molto giovane, occorrerà un po’ di tempo ma ce la faremo”). Mai una reazione scomposta, nessun colpo di coda (ce n’è stato più di uno).
Via Mihajlovic e via Tosetti, l’ex capitano e il nuovo capitano. Ma sono due ‘storie’ diverse. Molto diverse.
(Foto Keystone/Golay)