Calcio

La bellezza infantile di Pisilli

Il “bambino” che si mette le mani nei capelli mentre tra le lacrime corre a festeggiare senza più una meta...
Giorgio Genetelli
16.12.2023 10:46

Dall’astronave labirintica e angosciante che è il calcio professionistico ogni tanto spunta un fiore, che non si sa come faccia tra diamanti, scommesse, corruzioni, razzismi, violenze, menefreghismi, egoismi. Per l’ultima giornata europea di coppe, a quel fiore s’è commosso anche chi ha il cuore in naftalina, e ce ne sono.

Roma – Sheriff, Conference League, partita dallo scarso valore di classifica, 60mila spettatori, con Mourinho che porta in panchina sette ragazzi della Primavera – li chiama “bambini” – tra cui Niccolò Pisilli, 19 anni. Lo Specialone lo schiera negli ultimi dieci minuti e poco dopo il bambino Pisilli segna, può capitare e qualche cinico dirà che il tiro è stato deviato da un difensore altrimenti niente gol.

Ma a noi che veniamo dal romanticismo, vedere il “bambino” che si mette le mani nei capelli mentre tra le lacrime corre a festeggiare senza più una meta, beh, a noi ha salvato la stagione e le parole stentavano per via del groppone.

Anche Mourinho che, sì, be’, insomma, qualche cosa ha visto e vissuto e non perde occasione per tirare fuori un sarcasmo alla Oscar Wilde, anche Mourinho si è commosso e gli è venuta un’espressione come di chi mangia un agrume acerbo.

Pisilli, a gara finita non sapeva se stare o andare, dopo abbracci e pacche, e si gustava emozionato fino allo spasimo un momento che forse lo farà uscire dall’infanzia per salire a bordo dell’astronave, ma però dava l’idea che lui volesse fermare il tempo per sempre, cullato dallo spirito immortale del gioco del calcio che si stampa sul suo volto. Daje!

(Foto Keystone/Ferrari)