La Bielorussia è un errore dell'UEFA

Non è questione di squadre scalcagnate o meno, ogni torneo ha
le sue e hanno comunque diritto di partecipare. Le qualificazioni per Euro
2024, dopo il primo round, hanno già chiarito che delle 53 partecipanti (la
Germania è qualificata d’ufficio quale paese ospitante) una ventina non ce la
farà mai a ottenere il biglietto per la fase finale e molte partite saranno
così squilibrate da essere irrilevanti. Ma pazienza, è un gioco.
Il punto è un altro. In tutta questa massa continentale manca la Russia, per
boicottaggio (andrà a giocare in Asia? L’ipotesi è sul tavolo). È presente
invece la sorellina Bielorussia che le ha prese subito secche dalla Svizzera,
in campo neutro e a stadio vuoto. Ecco, questa cosa ha senso? Non il
cappottino, quello ci sta, ma è proprio la presenza della nazionale bielorussa
a non quadrare, dato che è la rappresentativa di una nazione totalmente
allineata, anzi asservita, alla Madre Russia. Senza stadio, senza pubblico,
senza autonomia, senza libertà e diritti per i suoi abitanti (Lukashenko è un
dittatore efferato).
Era da lasciare a casa, oppure da spingere assieme alla sorellona nelle
qualificazioni asiatiche, se ci tengono e poi se la veda la Cina a sistemare i
gironi.
E non si dica che non si può. Israele gioca in Europa pur essendo in Asia e i
motivi sono noti: troppo rischioso mettere in campo partite dove gli israeliani
sono nemici e non avversari.
La politica non deve condizionare lo sport, direte. Frottole, lo ha sempre
fatto ed è perfettamente politica, e giustificata, l’esclusione della Russia
per la messa a repentaglio della pace tra i popoli. E allora, sulla strada
luminosa dell’etica, l’UEFA avrebbe dovuto escludere anche l’acquiescente
Bielorussia (come nell’hockey e come aveva chiesto la Svizzera chiedendo di
annullare l’incontro di sabato), invece di mandarla a Novi Sad perché,
compromessa com’è sul fronte della guerra d’invasione dell’Ucraina, da altre
parti non la voleva nessuno.