La leggenda dei fratelli Dotti

Risultano nati a Mairengo, i due fratelli Dotti che un
sabato di settembre, l’undici per essere precisi, hanno segnato un gol
ciascuno. Oh, chiaro che a segnare un gol in qualche sport, nel mondo, sono
stati in miliardi, quindi che notizia è, si chiederanno nei peggiori bar di
Belfast e Iquique. In effetti non è una notizia, ma qualcosa di più: i fratelli
Dotti quei gol li hanno segnati nella nuova pista del ghiaccio dell’Ambrì
Piotta, aperta al gioco dell’hockey e al pubblico proprio quella sera lì e
distante da Mairengo qualche chilometro, percorribile a piedi, se si vorrebbe.
Nella loro ancor giovane vita, transumante non poco, è probabile che anche i
Dotti siano andati a piedi qualche volta nella vecchia pista del ghiaccio,
trascinando borsoni fin da piccoli. La vecchia pista si chiama Valascia, quella
nuova è così nuova da non avere ancora un nome. Quando le squadre e i tifosi ci
sono entrati dev’essere stato come quando si scendeva dalle montagne alla fine dell’estate
e le case al piano rimbombavano alle parole, odoravano strane e brillavano. Era
un effetto spaesante, dopo mesi in cascine nelle quali aleggiava fumo tra
afrori compositi, le voci erano racchiuse in pochi metri senza eco, la luce
entrava da feritoie e i muri trasudavano secoli dalle pietre. Un po’ come la
Valascia, la vecchia pista.
I fratelli Dotti, che si chiamano Isacco e Zaccheo e già in questo trascinano
qualcosa fuori dal tempo, probabilmente (bisognerebbe chiedere a loro) si sono
trovati di fronte alla razionalità della nuova pista del ghiaccio e hanno
deciso di affidarsi subito alla follia che abitava quella vecchia. Da difensori
sono andati all’attacco segnando quei due gol, trascinando nell’avventura tutto
il pubblico che nella nuova pista non aveva ancora preso confidenza con
seggiolini e comfort sconosciuti. Il ruggito della vecchia Valascia si sarebbe
sentito forse fino a Mairengo, ma la nuova ci ha provato e ne sono venuti fuori
diversi boati, anche se i materiali isolanti comprimono tutto dentro, e fuori
non si scompongono nemmeno i grilli.
Tra lo stupore generale per l’effetto, dei gol e dei suoni, Isacco e Zaccheo
Dotti hanno inciso i primi rimbombi nella nuova pista, uno ciascuno. Alla fine
saranno sei i gol che l’Ambrì segnerà nella porta avversaria. Ma anche nei
peggiori bar di Iquique, di Belfast, o di Managua e posti così, saranno i nomi
di Isacco e Zaccheo Dotti a ingigantire leggende, tramandate
dall’intramontabile sot a cu biot.