La Linea
Sostiene Milan Kundera che: “Il tempo non ruota in cerchio ma avanza veloce in linea retta. È per questo che l'uomo non può essere felice, perché la felicità è desiderio di ripetizione”.
La vita è una linea.
Osvaldo Cavandoli, nato nel 1920, di professione artista, all'improvviso ebbe un'intuizione. Sergio, il figlio, ci racconta, durante una sua recente visita a Lugano, che un giorno a pranzo gli disse: “Ho avuto un'idea particolare”.
Voleva creare un nuovo personaggio: un foglio bianco, un tratto, una figura che comincia a muoversi. Nacque La linea.
Erano i tempi di Carosello. Una trasmissione iconica e impressa nell'immaginario collettivo. Si trattava di una serie di filmati, che culminavano con un messaggio pubblicitario.
Era l'Italia che voleva il benessere. Mettersi alla spalle definitivamente la guerra. Intendeva svilupparsi. Aprirsi all'esistenza che promette, al futuro che consente di sperare. Ecco l'ascensore sociale: quello che premia il meritevole e permette di osare. La democrazia delle opportunità.
E spazio agli artisti, a chi voleva sperimentare. Artigiani fantasiosi.
Fu Massimo Lagostina, proprietario dell'omonima fabbrica di pentole, a intuire la potenzialità del personaggio. All'epoca gli imprenditori erano, anche, mecenati e visionari.
Il successo fu immediato: furono realizzati 35 film pubblicitari; duravano 2 minuti e 30 secondi; si componevano di 24 disegni, in totale 1500 per ogni episodio.
La voce della Linea era quella di Carlo Bonomi. Il doppiatore autore della risata di Stripy: protagonista della sigla di Scacciapensieri. Il linguaggio era un borbottio, una continua imprecazione, una sorta di grammelot.
Cavandoli era stato chiaro: “Adesso non mettetevi a cercarci dentro chissà quale filosofia... È una cosetta da ridere”.
La Linea è solo un profilo, non ha un viso definito, ha un gran nasone. Eppure esprime istinti, emozioni e sentimenti. È un esistenzialista. Cammina alla ricerca della vita. È curioso di vedere dove vuole andare a parare. Non ci si può fermare, ma andare avanti, incedere e farsi sorprendere. Si può piangere o sorridere, ma sempre in movimento.
E ognuno trovi un proprio significato.