Calcio

La maglia del Milan

I rossoneri hanno esibito una nuova casacca
Angelo Lungo
28.02.2023 08:00

Il calcio è uno sport potente e attraente. Il legame tra la squadra e il tifoso è indissolubile. Il tifoso non ha dubbi, procede per certezze, è un partigiano a oltranza, non vacilla mai, il suo attaccamento è assoluto.

Il club rappresenta una comunità, se ne fa parte per sempre e ha una forte connotazione identitaria.

Il tifoso è conservatore. La tradizione è una categoria che viene rinnovata e ricordata in maniera ossessiva.

Colori e maglia sono simboli possenti. La loro violazione, la loro messa in discussione non è consentita. Sono protetti con forza ed esibiti con orgoglio. Manifestano una concezione che oltrepassa il razionale, veicola significati che sono sentiti e vissuti intensamente.

Il Milan, nell'ultima partita di campionato, ha esibito una nuova casacca: immaginifica, forse; iconica, forse.

Nessuna distinzione cromatica tra maglia e pantaloncini.

È la quarta divisa. Era stata presentata giovedì 23 febbraio nel corso di Milano Fashion Week

Pare che abbia avuto successo all'estero e tra i giovani, non poteva essere altrimenti, si tratta dell'estensione del dominio della norma, questi sono i tempi.

Sarebbe ispirata alla cultura, sembra che esista, 8-bit, lo sponsor tecnico l'ha realizzata con la collaborazione di un casa di moda francese.

Un capo d'ispirazione digitale, si vuole essere innovativi e attirare le nuove generazioni.

La linea guida è la contaminazione.

Le parole di un dirigente del Milan chiariscono il concetto e sollevano lo spirito in maniera catartica, spiega Valerio Rocchetti: “Con il terzo e quarto kit vogliamo esplorare nuove storie, creare prodotti moderni e fashion. Proporre capi d'abbigliamento più appealing per un pubblico giovane e internazionale”.

Le parole sono importanti sosteneva un cineasta italiano, Nanni Moretti ammoniva: “Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste”.

Per cui la questione è subito risolta: “fashion” e “appealing” manifestano la visione che si deve avere per attraversare indenni la modernità.

E citando ancora Nanni Moretti e quindi “Continuiamo così, facciamoci del male”, si scopre che 8-bit siano pixel digitali.

E Valerio Rocchetti ci indica la strada da percorrere, per non rimanere indietro: “La linea che separa il calcio dalla moda sta diventando sempre più sottile e i due mondi si intrecciano sempre di più”.

Postilla nostalgica e fallace.

Guardando domenica la partita Bologna-Inter, assieme a un novantenne tifoso sfegatato interista, quest'ultimo ha esclamato: e da dove spunta questa maglia gialla dell'Inter? E visto la prestazione indecente della Beneamata si poteva pur sempre sperare che non fosse l'Inter, che in genere veste di nerazzurro, o non è così?