La ragione del Rabiot in fuga
Ma Adrien Rabiot…
E se avesse ragione lui? Due donne litigano per il lavoro del centrocampista
francese, sono la mamma e la vecchia signora degli agnelli. Ora, si sa, è già
partito il coro social del chi se ne frega, eppure la questione è centrale ed
entra sparatissima nel diritto alla fuga di ciascuno di noi. Rabiot scappa in
barca, alle Baleari, che non è il posto peggiore del mondo, ammettiamolo.
Scaduto il contratto con la Juventus, fallito il rinnovo per le impuntature
delle due donne in questione, Rabiot ha svestito i panni del principe conteso
ed è tornato all’impenitenza dello scapolo, o dello scafo, fate voi. E si deve
credere che, in un contesto ormai folle da “il calcio occuperà ogni minuto
della tua vita”, il francese si dilegua inseguendo una pace fatta di altre
cose.
Rabiot ha chiuso l’Europeo dopo una stagione di mille partite, centomila
pranzetti di riso bianco e pollo, controllo-peso alle sette di mattina, puzza
di sudore, discorsi inesistenti, interviste previste e riviste, pretese,
tifosi, uno-due che non funzionavano mai, cavalcate nelle praterie svuotate dai
retroguardiani Allegri e Deschamps, exeterà. Lo attendeva da subito un altro
anno impossibile fino alla follia del Mondiale per Club (estate 2025, scoperta
delle Americhe e consumo delle ultime risorse di nervi e fegato).
Allora ci ha pensato bene Rabiot, tornando alle belle abitudini del calcio
regionale: fino alla fine di settembre non ci sono, ho le vacanze
dell’edilizia, poi le grigliate, la caccia, si sposa un soci, e tanto poi
quando torno mi bastano due allenamenti per giocare meglio dei brocchi che
galoppano da luglio senza neanche sapere dove vanno.
Rabiot? Ha ragione lui.
(Foto Keystone)