Hockey

L'Ambrì delude, Ireland no

I leventinesi perdono con l'Ajoie: ora la situazione è grave
Marco Maffioletti
17.11.2024 14:07

Due settimane di pausa, l’ideale per ricaricare le batterie e prepararsi a puntino dopo un periodo costellato da pochi punti e qualche difficoltà di troppo. Le premesse per fare bene a Porrentruy c’erano tutte, considerando oltretutto che la squadra è al gran completo. Le attese erano relativamente alte, giustamente in fondo. Purtroppo invece le cose non sono per nulla andate bene. Intendiamoci, l’Ambrì può anche perdere contro l’Ajoie, non è uno scandalo, ma la maniera decisamente fa riflettere, considerando appunto le condizioni ottimali per prepararsi alla partita. I padroni di casa, in cui c’era l’esordio casalingo del nuovo tecnico Greg Ireland, hanno in sostanza fornito una tipica prova a immagine del credo dell’ex coach bianconero. Spirito di sacrificio, tanti tiri bloccati (ben 17) e una ottima gestione difensiva nell’ultimo tempo. Senza fronzoli, senza inventare nulla, Fey e compagni non hanno quasi mai rischiato, chiudendosi dietro e limitandosi ad allontanare il disco senza chissà che costrutto, ma in tutta sicurezza. Inoltre i giurassiani hanno forzato i loro migliori elementi e sono stati trascinati dal 39enne Bellemare. Il francese, che era ai box in sostanza da mezzo anno, ha dimostrato grande personalità.  
Ireland ha quindi già lasciato la sua impronta. E l’Ambrì? Francamente ha deluso. Diversi errori individuali, qualche ripartenza di troppo concessa, un lavoro in zona neutra non ottimale. In fase offensiva si è creato troppo poco per ambire a una vittoria. Una volta in più parecchi elementi attesi hanno deluso. I nomi sono in fin dei conti sempre gli stessi. Se da un lato Virtanen, Curran e il solito Landry hanno fornito una prova lusinghiera, Kubalik e Heim, tanto per citarne solo 2, non hanno dato l’apporto che è lecito attendersi. Anche Chris DiDomenico, malgrado l’impegno e i tanti dischi toccati, non è stato per nulla lucido perdendo spesso il puck. E ulteriore beffa, dall’altra parte un ex come Nättinen è stato sontuoso fornendo uno splendido assist e iscrivendo un magnifico gol con il suo classico tiro al volo. E pure Damiano Ciaccio, altro ex, ha dimostrato solidità compiendo quel paio d’interventi decisivi nell’ultima frazione. Un altro grattacapo per i leventinesi è il boxplay, ancora una volta non all’altezza della situazione. I numeri sono preoccupanti, i biancoblù hanno perso 8 delle ultime 9 partite e sono scivolati al dodicesimo posto della classifica. Il boxplay e il powerplay sono statisticamente solamente i dodicesimi dell’intera lega. Urge assolutamente correggere il tiro, altrimenti saranno dolori. L’impressione è che manchi ancora una certa stabilità a livello di line-up. Certo con i risultati attuali è legittimo che si cerchino più soluzioni, ma forse adesso sarebbe il caso d’insistere su un line-up più o meno fisso. Il fatto di avere a disposizione un portiere straniero in questo senso certo non aiuta. Tralaltro anche Juvonen, tocca ripeterlo, non sta giustificando la sua licenza straniera. A questo punto si potrebbe provare a insistere con Senn ed eventualmente Fadani. Con la speranza che anche Maillet, ieri in soprannumero, possa infine aumentare il suo contributo. Insomma il lavoro è tantissimo. Luca Cereda e il suo staff devono cercare delle soluzioni per far tornare la squadra a viaggiare su binari più tranquilli e più consoni al valore della rosa. La classifica resta ancora corta, le squadre immediatamente davanti non sono lontane, ma le partite passano e la pressione aumenta. Questo vale ovviamente per tutti, anche per lo staff tecnico. Fallire un piazzamento nel top 10 sarebbe un’enorme delusione e imporrebbe una seria riflessione all’intero ambiente. Ma questa casomai è musica del futuro, il tempo per rimediare c'è. Ora è imperativo concentrarsi sul presente per cercare di uscire tutti insieme da una matassa ingarbugliata e per nulla gradevole.

(Foto Keystone)