Le bagarre sono necessarie e tollerabili?
I fatti scatenatisi martedì alla fine di Ambrì Piotta-Ginevra, hanno riportato alla ribalta la discussione sulle bagarre. Servono a qualcosa? Sono spettacolari? Sono diseducative?
Ognuno dice la sua e la sensazione è che il mondo dell’hockey voglia conservare gelosamente questa tradizione. La bagarre, con determinate regole, è qualcosa addirittura di positivo secondo gli addetti ai lavori.
Ne hanno parlato ieri sera a Ticinonews Sport Paolo Duca, direttore sportivo dell’HC Ambrì Piotta, Luigi Riva ex giocatore di Ambrì e Lugano e Pauli Jaks, preparatore dei portieri dei leventinesi.
Per il ds dell’Ambrì la cosa sembra piuttosto chiara.
“L’hockey è uno sport di contatto e in certi frangenti bisogna saper giocare duro. Detto questo ci vuole però anche un codice etico e ciò che ho visto martedì non era accettabile. Ho visto colpi proibiti, gomiti alti per fare male. Cose assolutamente intollerabili. Io sono favorevole alle bagarre, a patto che le regole siano chiare. In Europa non sono mai state eliminate anche se ogni tanto si sorpassano i limiti”.
Pauli Jaks la vede così.
“Battibecchi tra giocatori ci sono sempre stati e fanno parte del nostro sport. Le bagarre ogni tanto sono utili perché smorzano la tensione in pista e evitano interventi ancora più pericolosi. Quello che però è successo a fine partita non ha nulla a che vedere con l’hockey. Ho visto giocatori che entravano dalla panchina, tre contro uno, colpi alle spalle. Tutto molto pericoloso. Troppo. Qui si picchia quasi per uccidere. È intollerabile”.
Con Luigi Riva, padre di Elia, vittima di un brutto check da parte di Riat, si è parlato di entrambi gli episodi.
“L’hockey è uno sport di contatto, c’è sempre tanta adrenalina e qualche scontro è normale. Mi sembra però che negli ultimi anni il rispetto tra i giocatori è andato scemando e questo dispiace veramente. Sento molte critiche verso la Lega per le varie squalifiche ma secondo il mio punto di vista si dovrebbe lavorare di più sul rispetto tra i giocatori. Non si dovrebbe fare a un altro ciò che non si vuole che gli altri ci facciano”.
Sul contatto tra suo figlio Elia e Riat, “Luli” ha le idee chiare.
“Credo che Riat poteva fermarsi, la carica nei confronti di Elia poteva essere evitate. Nonostante tutto è ancora andata bene ma il suo intervento poteva condurre a conseguenze peggiori. I giocatori dovrebbero capire che queste cose sono molto pericolose”.