Calcio

Lugano, che personalità

I bianconeri si impongono con carattere, offrendo una prestazione grintosa
Silvano Pulga
01.10.2023 06:15

C'è una parola che si usa spesso, in tribuna stampa: personalità. Sovente la si utilizza, così, da sola, in risposta al collega che anche solo ti ha guardato, dopo una bella azione di una squadra, o anche di un solo giocatore. Ecco, la parola che ci è venuta in mente dopo il triplice fischio alla Schützenwiese è stata proprio "Personalità". Certo: i bianconeri venivano da una bella vittoria casalinga. Ma serviva confermarsi, per ritrovare fiducia. E la gara in terra zurighese era da considerarsi senza dubbio un banco di prova non banale, coi biancorossi finora imbattuti tra le mura amiche, dove godono del sostegno di uno stadio sempre pieno, e di un pubblico calorosissimo. E il Lugano ha vinto, offrendo una prestazione con qualche smagliatura magari, ma sicuramente grintosa, contro un avversario che non ha esitato, in diverse occasioni, a giocarsela sul piano fisico. I bianconeri, però, non si sono lasciati intimorire, e hanno esposto il meglio del proprio repertorio: azioni in velocità e palla a terra, con un Aliseda che sta tornando ai livelli ai quali ci aveva abituati lo scorso anno, e, tra gli atri, un Vladi il quale, sicuramente, ha dei margini di crescita ma che, già ora, punta la porta e calcia verso la medesima, senza necessariamente cercare un compagno al quale appoggiare: personalità. Stessa parola per Martim Marques. Il giovane terzino portoghese, al 68', si perde Adrian Gantembein sulla fascia di sinistra, e il biancorosso s'inventa un pallone col contagiri che arriva, sul secondo palo, all'appuntamento con la testa di Nishan Burkart, per il pareggio dei padroni di casa. Ma il lusitano è di quelli che sanno dare del tu al pallone e, neppure un minuto più tardi, s'inventa un sombrero in area avversaria, seguito da un pallonetto sul secondo palo, con la sfera che s'insacca, docile, superando il portiere avversario: personalità. I cambi del Crus, che inserisce quelli che sono normalmente i titolari, regalano il gol dell'1-3, grazie a un traversone di Renato Steffen, che si ricorda di essere un nazionale, e testa di Mahmoud Belhadj, lasciato tutto solo in area dalla difesa avversaria. Personalità. Nel recupero, il 2-3 dell'inossidabile Roman Buess serve solo ad alzare la temperatura nei pochi istanti che mancano al triplice fischio di Horisberger, che trova anche il tempo di ammonire il tecnico biancorosso Patrick Rahmen per una parola di troppo, dopo la stretta di mano di fine gara. Dietro si è vista ancora qualche smagliatura, ma Kreshnik Hajrizi e Albian Hajdari, orfani di Lukas Mai, fatto entrare solo alcuni minuti nella ripresa, con un salvataggio sulla linea a portiere battuto a testa, possono a buon dirsi prendersi una parte di merito in questa vittoria. Risultato, come detto da Mattia Croci Torti a fine gara, figlio anche di alcune scelte di formazione, atte a privilegiare chi stava meglio fisicamente, in un momento di grande pressione, visti i tanti impegni, e della crescita individuale di alcuni elementi di seconda linea, buttati nella mischia a causa dei diversi guai fisici di alcuni titolari, e della necessità di aspettare il pieno recupero degli infortunati di lungo corso. Ora, da lunedì, testa al Beşiktaş: squadra tostissima, ambiente infuocato, come sanno esserlo gli stadi in Turchia. Ma, in fondo, come sottolineato dal Crus a fine gara, si gioca a calcio per vivere certe esperienze, dopo averle sognate guardando gli altri in televisione, aggiungiamo noi. Si partirà da zero a zero, in fondo, e si giocherà undici contro undici: è calcio, e lo amiamo per questo motivo. E chi avrà paura, potrà rimanere sul bus, come diceva il Paròn nel secolo scorso.