Calcio

Lugano, la riscossa della vecchia guardia

La reazione che serviva, bianconeri travolgenti e convincenti
Silvano Pulga
14.08.2023 06:01

A fine partita, è stato facile, tutto sommato, stropicciarsi gli occhi per la prestazione e per il risultato del Lugano. Ma crediamo che nessuno, ieri, a Cornaredo, dopo il piccolo museo degli orrori visto in occasione del gol subito dai sottocenerini, a inizio gara, avrebbe scommesso dieci franchi su una possibile goleada bianconera. Invece c'è stata la reazione, favorita anche dalla sosta, a metà tempo, per ritemprare gli atleti, stremati dal gran caldo (oltre trenta i gradi in riva al Ceresio). E lì, come nelle battaglie napoleoniche, che tutti abbiamo studiato a scuola, la Vecchia Guardia è entrata in battaglia. Sono stati Bottani e Sabbatini gli artefici della rimonta bianconera, col capitano che ha trovato il pareggio con un gesto tecnico da attaccante di razza. Poi il tocco sottomisura di Vladi (sentiremo parlare di questo ragazzo, letale nei 16 metri avversari) e, infine, il gol bellissimo di Bottani, salutato dal Figlio della città con un'esultanza inconsueta, che gli è costata un cartellino giallo, ma che ha dato a tutti i presenti la sensazione del momento. Una reazione da uomini veri, ha detto l'allenatore a fine partita: proprio come lo erano i soldati scelti della Grande Armée napoleonica. E perdonateci il paragone imperiale, che però a nostro avviso ci stava, visto che questa è la vittoria bianconera più larga dal ritorno dei sottocenerini nel calcio che conta. L'Yverdon targato Ticino, con tanti ex del nostro calcio in campo e fuori, tra panchina e dirigenza, e che aveva fatto bene a inizio gara, si è così sciolto, incassando altri tre gol in una ripresa dove i ragazzi di Mattia Croci Torti non hanno sbagliato nulla. Alla fine la classifica dice 9 punti, vale a dire uno solo meno dello Zurigo capolista, stesso numero di reti segnate, secondo posto in solitaria: niente male prima della tradizionale sosta di metà mese per la quella festa del calcio svizzero che sono i trentaduesimi di finale di Coppa. Dopo la prova di Zurigo, era importante reagire. Il gruppo, orfano di Amoura ormai con le valigie, direzione Belgio, aveva bisogno di una scossa. Una l'ha data il Crus, mettendo in panchina Celar, bisognoso di meditare dopo la prova incolore di sabato scorso al Leztigrund, e l'altra l'hanno data i giocatori più esperti: anche Steffen, ieri, ha giocato per la squadra, mentre si è visto, perlomeno a inizio partita, che forse dietro c'è bisogno di un po' di esperienza in più. Ci vorrebbe un Marić (ieri tra l'altro presente allo stadio): vedremo se Mai, anche lui presente in tribuna, potrà presto rientrare ed essere già in forma campionato, o se la rosa si arricchirà di un altro difensore. A fine partita, il Crus ha chiesto chiaramente due uomini per ruolo, al fine di reggere gli impegni sui tre fronti. Da Silva aveva detto, pochi minuti prima, in zona mista, ai colleghi del CdT e di Teleticino che davanti, in caso di partenza anche di Celar, i ruoli sono coperti; a tale proposito il tecnico momò, in conferenza stampa, ha ricordato a tutti che Mahou rientrerà in autunno, e che sarà un valore aggiunto. La società resta ambiziosa, anche se viene predicata umiltà: e la risposta, in sala stampa, di Mattia Croci Torti alle parole, in settimana, di Livio Bordoli, apparse sulla nostra testata, è stata emblematica in tal senso. In definitiva, manca ancora tempo alla fine del mercato. Quello che è certo è che, tra una manciata di giorni, la squadra si giocherà una parte importante della stagione, e lo farà nelle migliori condizioni possibili, dal punto di vista del morale. Non sarà facile, come abbiamo scritto giorni fa: ma la sensazione è che l'ambiente sia pronto a giocarsi la sfida europea, soprattutto dal punto di vista della testa. Che, nel calcio (e non solo) è tanto. Quasi tutto, diciamo.