L'YB non è ancora spacciato
Lo Young Boys non è ancora morto.
Ieri sera i bernesi, davanti a 30 mila persone, hanno battuto il Basilea,
riscattando in parte la netta sconfitta subita tre giorni prima a Cornaredo.
Una vittoria (3 a 2) tutto sommato meritata, soprattutto per la mole di gioco
proposta. I renani, nonostante il gol del vantaggio di Kade con una sporadica
azione di contropiede, non hanno mai tenuto in mano le redini della partita.
Anche se è vero che a inizio ripresa, su corner di Shaqiri, avrebbero potuto raddoppiare
con quel colpo di testa di Barò finito sulla traversa.
Tutto sommato però è stata una prova opaca quella della squadra di Celestini, così
come quella di un Shaqiri che ci ha messo impegno, è vero, ma a conti fatti non
ha mai inciso, se non sulle palle ferme, dove con il suo piede sinistro è
sempre pericoloso.
Certo, ci è voluta una clamorosa autorete di Dräger per dare il vantaggio ai
bernesi (che avevano pareggiato con Ugrinic, al termine di una bella azione),
che hanno segnato anche il terzo gol con Colley, prima di subire la ininfluente
rete di Schmid (su punizione di Shaq).
L’YB dunque si rilancia, anche se è ancora lontano dalla vetta: la squadra di Joël
Magnin deve recuperare al più presto i difensori centrali infortunati e a quel punto,
probabilmente, tornerà a essere protagonista di un campionato che è ancora
lungi dall’essere finito.
Ecco perché chi sta in vetta non può assolutamente rallentare. Il Lugano ne è
ben conscio.
(Foto Keystone)