Meglio guardare dietro
È giunto il momento di smetterla di parlare di promozione
e iniziare a guardare dietro. Dove per fortuna, almeno per il momento, sul
fondo c’è lo Stade Nyonnais, squadra decisamente in crisi. Altrimenti, sarebbe quasi
da avere paura.
Sì, perché questo Bellinzona, al di là del secondo tempo giocato all’arrembaggio
a Sciaffusa (dove ha perso per 2 a 1), è irriconoscibile. Nel senso più negativo
del termine. Due punti nelle ultime cinque partite: un bottino disarmante.
E cosa dire del gioco? Quelle geometrie e quella disciplina che si ammiravano fino a un mese fa, sono
completamente sparite, per lasciare spazio a un caos di difficile comprensione. Senza considerare gli innumerevoli errori individuali, figli di una mancanza di
concentrazione difficilmente spiegabile per una squadra che dovrebbe lottare
per i primi posti.
Tutto riconducibile alle assenze di Sauter e Sabbatini (a Sciaffusa mancava
anche Nivokazi)? Sarebbe semplicistico, ancorché stiamo parlando di due elementi
decisamente importanti per la squadra.
La sensazione è che la squadra sia in uno stato confusionale, così come lo
staff, che fa fatica a raddrizzare la situazione.
Due punti in cinque partite, l’Etoile Carouge scappato a dieci punti e come
detto, la sensazione che questa squadra non ci creda più. O perlomeno, che sia
in uno stato di difficoltà mentale dal quale deve uscire al più presto.
Perché le stagioni a volte sono tremende: credi di essere forte, di poter
lottare per un traguardo ambizioso e improvvisamente ti ritrovi invischiato nelle
zone meno nobili della classifica, a dover sbracciare per cercare la salvezza.
E questo Bellinzona, così com’è strutturato, non sembra una squadra adatta a
questo tipo di battaglie.
(Foto Keystone/Golay)