Musica

Non farti cadere le braccia

Il grande cantautore napoletano Edoardo Bennato compie 76 anni
Angelo Lungo
23.07.2022 08:00

Gli anni Sessanta sono tumultuosi. La legge del Padre viene messa in discussione. I giovani vogliono affrancarsi dalle pastoie di un passato che ritengono stantio. Anelano libertà e indipendenza. Considerano la borghesia ipocrita e materialista. Vogliono sconvolgere le liturgie del vissuto imposto.

All’improvviso sulla scena canora compare un inedito protagonista: il cantautore. È un artista che diviene un tutt’uno con le sue canzoni: scrive le parole, la musica e le interpreta. I testi hanno l’ambizione di essere colti, ironici. Hanno lirismo e contengono precisi riferimenti dello spirito del tempo. Sono canzoni che parlano di vita, di nostalgia, di solitudine, di disagio, di potere e di amore che non incede nello sdilinquimento. Temi forti affrontati con l’indole di essere liberi e provocatori.

Edoardo Bennato nasce a Napoli il 23 luglio del 1946. Cantautore e musicista eclettico. Si forma durante gli anni Sessanta, conosce il successo negli anni Settanta. Il meglio della sua arte lo esprime in concerto. Sul palco si trasforma. Il suo talento lo porta a una simbiosi con il pubblico. Il 19 luglio del 1980 è il primo italiano a riempire lo stadio milanese di San Siro.

È un artista dal valore indiscutibile. Introduce il rock nella musica d'autore. Un irregolare che si muove continuamente. Non lo appassiona il genere, lo cavalca e lo oltrepassa. Certo, nella sua produzione ha rivolto lo sguardo al passato, ma poi si è sempre girato e lo ha indirizzato verso l'orizzonte, quello a cui non si può non tendere. Il suo stile è solo all'apparenza istintivo e irruente, dietro c'è un pensiero raffinato, una costruzione concettuale. Mette alla berlina la retorica nazionalista, la furbizia che vessa, il formalismo del ceto medio, il conformismo ammantato di perbenismo. È l'autorità il suo bersaglio: famiglia; scuola; stato; o chiunque altro che si atteggi a dettare la morale.

Poi ha anche divagato. La ricerca lo ha portato verso territori complicati, con significati più difficili da cogliere. I tempi sono divenuti complessi e le sfumature ingannano.

Rimangono grandezza e coerenza di un personaggio unico.

E l'isola che non c'è non si trova al di fuori, ma dentro di noi.