Okafor, perché non giochi mai?
Finora non ha giocato nemmeno un minuto e in fondo, è una piccola sorpresa.
Noah Okafor, 24.enne attaccante del Milan, non sembra rientrare nei piani di Murat
Yakin, che in queste prime tre partite l’ha sempre lasciato languire in
panchina.
Chi conosce bene l’attaccante e l’ha visto giocare con i rossoneri, non può che
essere sorpreso. Dall’Italia molti si stanno chiedendo cosa succede a Okafor.
Perché questo ostracismo nei suoi confronti in nazionale?
È vero che il rossocrociato forse non ha ancora le qualità e soprattutto l’esperienza
per essere titolare fisso di questa squadra, ma resta pur sempre un giocatore
che a partita in corso potrebbe rivelarsi importante.
E invece, finora, zero minuti in questo Europeo.
Andando a spulciare qualche suo dato, si scopre che in nazionale, Okafor ha la
peggior media realizzativa della sua carriera: 1 gol ogni 441 minuti.
Peggio addirittura dei tre anni a Basilea, quando giovanissimo, prima del
trasferimento al Salisburgo, aveva realizzato in due stagioni e mezzo, sette
reti: ossia 1 gol ogni 412 minuti.
Numeri che non hanno nulla a che vedere con quelli dei suoi due club: il Milan
e appunto il Salisburgo.
In Austria segnò 34 gol (alcuni anche in Europa): 1 ogni 150 minuti.
Nel Milan, che lo acquistò dal Salisburgo per 14 milioni), finora ha segnato 6 gol (fornendo due assist) in soli 1003 minuti:
ossia 1 gol ogni 167 minuti.
Una differenza palese, quasi inspiegabile, tra il rendimento in queste due
squadre e quello in nazionale.
Perché Okafor non riesce a imporsi con la maglia rossocrociata?
Dalla Germania si dice che il rapporto tra lui e Yakin sia ormai ai minimi
termini, e visto il suo utilizzo, c’è da crederlo.
Al tecnico non piace, per dirla elegantemente, il modo in cui si allena. Si impegnerebbe poco, senza dimostrare di avere realmente quella fame per
portare via il posto a un compagno.
Chi difende invece il giocatore, parla di un atteggiamento da parte di Yakin
che scoraggerebbe chiunque, anche il giocatore più motivato che è andato in nazionale sperando di potersi
ritagliare almeno un piccolo spazio.
Insomma, tra i due il conflitto sembra ormai apertissimo, e a meno di clamorosi
colpi di scena, anche domani per Okafor ci sarà spazio soltanto in panchina. Con
poche possibilità di poter entrare a dare una mano ai compagni.
Peccato, perché proprio contro una squadra come l’Italia e giocatori che conosce
molto bene, il milanista avrebbe forse potuto dare una mano.
(Foto Keystone)