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Perché Duplantis è così forte?

Lo svedese vince l'oro, stabilisce il record del mondo e imita il tiratore turco
Red.
06.08.2024 08:27

Cosa dire di Armand Duplantis,  che ieri sera ha battuto per la nona volta il record del mondo del salto con l'asta, portandolo a 6 metri e 25 centimetri?
Ogni aggettivo sarebbe superfluo, addirittura inutile.
Viene subito in mente Bubka, che per chi ha una certa età, era stata senza dubbio la figura dominante del mondo dell'asta.
Fino all'arrivo di questo svedese nato in Lousiana, diventato la vera immagine dell'atletica leggera a queste Olimpiadi.
Anche più di Noah Lyles, lo statunitense che ha vinto i 100 metri. Sì, anche più di lui.
Duplantis è senza dubbio l'atleta più iconico del momento, con quella faccia da bravo ragazzo e con quelle doti che sono difficili da spiegare.
Certo, ci sono ottime caratteristiche fisiche di base: corre i 100 sotto i 10’’60 e per questo ha una velocità di entrata con l’asta molto elevata e poi c'è una tecnica che nasce dal primo salto, all'età di quattro anni. Da quando sua madre Helena lo allena. I suoi genitori hanno avuto a che fare già da piccolo, con la sua iperattività, tenuta sotto controllo grazie allo sport.
È il classico predestinato,  anche se qualcuno, anni fa faceva notare come l'asta sia una disciplina tutt'altro che scontata. Le variabili sono tante: vento, lunghezza delle aste, pedane. È una disciplina che può portare a un’usura fisica e il salto di Duplantis è abbastanza dispendioso in questo senso, visto che ha uno stacco ravvicinato alla cassetta di imbucata. 
Tutto cose che lui e il suo staff, in questi anni, hanno calcolato alla perfezione. Centimetro dopo centimetro è salito sino ai 6,25 e la sensazione è che possa arrivare a 6,30. Anzi, in pratica è una certezza.
Ieri, dopo il grande salto, è corso in tribuna a salutare e baciare la sua fidanzata, la bella Desiré Inglander, la ragazza che fa tendenza soprattutto sui social media, che da  quando si sono conosciuti durante il solstizio d'estate del 2020, è salita alla ribalta come creatrice di contenuti.
Con quasi 600.000 follower sulle diverse piattaforme, è diventata un punto di riferimento sulle passerelle ed è anche la persona che gli permette di staccare la spina, di non pensare sempre a quei salti che non sembrano toccare il cielo.
Ieri, dopo l'impresa, ha voluto farsi fotografare con una mano in tasca e con l'altra imitando il gesto di una pistola. Come il turco Dikec, argento nel tiro a squadre, ma anche lui diventato un'icona di queste Olimpiadi. Un gesto che ha fatto sorridere e che dimostra come i risultati sono sì importanti, ma anche l'essere (o il diventare) personaggio, lo è quasi allo stesso modo.
Duplantis ha solo 25 anni e promette di vincere ancora tanto: ha già due Olimpiadi in tasca (Bubka solo una) e la differenza abissale con gli avversari, che ormai partecipano solo per l'argento, trasforma ogni sua gara, in una sfida contro sé stesso.
Una sensazione di autentico dominio che nell'atletica, Bubka a parte, e forse Moses e Bolt, in pochi hanno avuto il privilegio di vivere.

(Foto Keystone)