Perché il Napoli ha vinto lo scudetto

L'attesa ha avuto una fine, la felicità dei napoletani è esplosa, il probabile è diventato possibile. Il Napoli è di nuovo Campione d'Italia, uno scudetto storico poiché gli altri due erano legati, in maniera indissolubile, alle gesta del miglior calciatore di tutti i tempi. Il titolo è meritato sul campo e fuori dal campo. E sancisce la bontà di un modello, si possono adoperare le parole: lavoro, programmazione e sostenibilità. Nessuna improvvisazione, nessuna alchimia finanziaria ma scelte lungimiranti e oculate. È la palese dimostrazione che si può fare calcio di alto livello, rispettando i vincoli di bilancio. La vittoria è figlia di tanti padri.
La società
È rappresentata da De Laurentiis, tutto gira attorno alle sue decisioni, alle sue visioni e alle sue valutazioni. Ma è un finto accentratore, detta la linea, la impone ma si fida e lascia operare i suoi collaboratori. Gestisce la società come se fosse un'impresa normale, attenzione massima ai conti. E individua i collaboratori giusti. Cristiano Giuntoli assieme a Micheli e Mantovani fanno realmente “scouting”. I calciatori sono scovati e poi sono presi. Tenendo, possibilmente, alla larga i procuratori. De Laurentiis, poi, gli allenatori li protegge, fino a quando può. E non si lascia intimorire dalle pulsioni della piazza o dei media.
La squadra
Ha avuto un rendimento straordinario, specie nella prima parte della stagione. Il predominio è stato netto. Forte e possente si è imposta su tutti i campi, mostrando continuità e tecnica. Si è affidata al suo tecnico e lo ha seguito fedelmente. La scommessa del mercato è stata vinta: via presunti leader, Insigne, Mertens, Koulibaly, e rinnovamento totale. E i nuovi hanno risposto alla grande, sono arrivati motivati e convinti. L'unica pecca è la Champions, ma gli azzurri possono avere solo rammarichi, sono stati eliminati non da una squadra più forte ma solo più brava e baciata da Eupalla, come quasi sempre le capita.
Spalletti
Il tecnico toscano ha finalmente vinto un grande trofeo. Ha dovuto aspettare e penare, ma ora può godersi i giusti tributi. Lo scudetto ottenuto a Napoli vale più di uno conseguito da altre parti, bisogna ribaltare la storia e combattere numerose battaglie fuori dal terreno verde. È saldo nelle sue convinzioni etiche, ma è stato capace di evolvere i suoi dettami tattici, ha proposto un calcio moderno ed efficace. Ora per lui arriva il difficile, nel lungo periodo è preda della sua umoralità. Il problema rimane la gestione dell'ambiente, quello oltre i confini della società.
Forse aveva ragione il poeta, Leopardi, quando scriveva che: “La felicità consiste nell'ignoranza del vero”.