Calcio

Quando il calciatore è un esubero

Rose lunghe, contratti pluriennali e il giocatore è escluso
Red.
27.08.2024 06:58

Quanto valgono i contratti nel calcio? Tutto e niente. Sono una potente arma in mano ai giocatori e ai procuratori. Le società subiscono in maniera inesorabile. Gli accordi sono lunghi e molto onerosi, e diventano un peso quando un calciatore non risponde alle attese. E se il mercato non sembra interessato? Che fare? L'ultima moda, ai limiti della mossa disperata, è quella di metterli: fuori rosa. Sono accompagnati alla porta. Sono pubblicamente pregati di non presentarsi al ritiro, mentre privatamente sono obbligati a cercarsi un'altra squadra. Tutto risolto. Macché. Sono additati come non desiderati, ma il loro stipendio va garantito. Il calcio moderno vuole rose lunghe per affrontare stagioni estenuanti. Ma la concorrenza ad alto livello, e non solo, è spietata, è tutto costa. Il campo poi emette i suoi verdetti, i progetti non durano a lungo. E si diventa un esubero. Capeggia questa speciale classifica con distacco sulle altre il Chelsea. È un esubero Sterling, costato quasi 60 milioni, come Chilwell preso anche lui per 60 e Kepa acquistato per 80 milioni. Anche alla Juve quelli fuori dal progetto non mancano. Il caso più clamoroso riguarda di Enrico Chiesa. Ritenuto, sulla carta, uno dei migliori talenti italiani, approdò a Torino per la modica cifra  60 milioni. Pure il Psg tenta di snellire la rosa, la porta di uscita è stata mostrata a ben 10 giocatori, tra cui Skriniar e Ugarte. Ma cosa dice la legge? Il contratto di un giocatore è a tutti gli effetti il contratto che un lavoratore stringe con un datore di lavoro. Ne nascono diritti e obblighi. Al calciatore non può essere impedito di allenarsi, in strutture e con preparatori idonei alla sua professione. L'esclusione riguarda gli allenamenti con la prima squadra. Deve essere naturalmente pagato. E per chi accetta c'è sempre uan speranza: l'Arabia.

(Foto Keystone)