Sabbatini, non è un addio

E così Sabbatini ha dato ascolto al suo cuore. O forse, alle sue gambe,
che ancora girano come una volta.
Ha voglia di giocare, di sentire l’emozione che si prova a stare su un campo e
dare tutto per la propria squadra. Non è ancora tempo di dire addio, di
lasciare lo spogliatoio e quel terreno verde che gli hanno regalato tante
soddisfazioni. Sì, certo, anche qualche delusione, come quel rigore sbagliato
tre settimane fa in finale, ma soprattutto gioie, come lo sport ad alti livelli
sa donare.
Una cena per dirsi tutto, per guardarsi negli occhi, per aprire il proprio
cuore e, perché no, stringersi la mano e ringraziarsi a vicenda.
Tra Lugano e Sabbatini è finita bene, con grande stima reciproca e una stretta
di mano.
Non è un addio, come qualcuno potrebbe pensare leggendo il comunicato.
No, tra lui e il Lugano, la squadra del suo cuore, potrebbe essere anche un
arrivederci.
Il Lugano ha capito la volontà del giocatore e la rispetta, non chiudendogli la
porta per il futuro. Se vorrà tornare, potrà farlo. Con modalità e ruoli ovviamente
da discutere, ma per il capitano Lugano sarà sempre casa sua.
Un bel attestato di stima e di riconoscenza da parte del club, cosa che non
tutti fanno al termine di una carriera. Nemmeno di una bandiera. Un atto non
per forza dovuto, ma che spiega la sensibilità di una dirigenza che vuole tenersi
in casa chi rappresenta l’immagine di questa società. Come successo con
Padalino e Maric, e forse un giorno, con Bottani.
Le polemiche sul contratto da giocatore che si sarebbe potuto rinnovare, sono ormai
alle spalle. Il club ha tutto il diritto di fare la sua scelta. Sono decisioni
di campo, sono strategie aziendali. Di un calcio "moderno" a tutte le latitudini, che ormai lascia poco spazio ai sentimentalismi.
Piaccia o no, è così.
Sabbatini in Svizzera ha degli estimatori ed è convinto di poter ancora dare
tanto. Fa bene a continuare, se è questo che lo rende felice. In fondo la vita
scorre via veloce, e se non facciamo ciò che ci piace, perché dovremmo vivere?
E allora in bocca al lupo a Sabbatini, che continuerà a essere un pezzo di storia
di questo club.
E che forse un giorno, rivedremo a Cornaredo. Per continuare una storia d'amore che merita di andare ancora avanti.
(Foto Putzu)